Nel gennaio del 2007 andai ad assistere ad una presentazione che
Renato Curcio tenne nell’Università di Lecce del suo libro sulle carceri speciali. C’era una folla inaspettata, le TV di mezzo mondo (persino Sky) e fummo testimoni anche di un tentativo di aggressione di un gruppo di contestatori che iniziò ad urlare davanti alla porta dell’aula ove si teneva il dibattito ma fu, fortunatamente, subito allontanato da poliziotti in borghese.
In questi giorni Curcio è tornato a Lecce per partecipare ad un’iniziativa di studi in commemorazione di George Lapassade, scomparso la scorsa estate, figura che ha ispirato non poco gli studi dello stesso Curcio e di un gruppo di studiosi di tutta Europa. Non potendo andare a Lecce, ho assistito al pomeriggio di studi tenutosi a Brindisi presso la sede Universitaria all’interno del vecchio ospedale “Di Summa”.
Iniziativa destinata agli studenti, ma di studenti ce n’erano pochi. Destinata ai nostalgici, ma non ve n’era traccia. Allora penso: “adesso arriveranno i contestatori!”. Macchè, neanche quelli. Tempi davvero magri
Questa volta tutto è filato liscio. O quasi.
A protestare per la presenza del fondatore delle BR è stato
Saverio Congedo, consigliere regionale del PDL e che ha sottolineato tre aspetti:
- l’Università del Salento invita il fondatore delle BR, mai pentito
- lo fa in prossimità del 9 maggio, ricorrenza dell’uccisione di Aldo Moro da parte delle BR
- secondo Congedo, resterebbero «un mistero i meriti accademici e le qualità culturali di Renato Curcio, che evidentemente merita tanto onore proprio per le prodezze che lo hanno reso noto alle cronache»
La prima osservazione è stata smentita dal Rettore
La Forgia che attribuirebbe l’ideazione e l’organizzazione dell’evento al
Prof. Fumarola (interessante il fatto che un prof. potrebbe organizzare in Università un evento al netto dei pareri dei consigli di Facoltà).
La seconda osservazione rappresenta già una variante. La prossimità con la data del 9 maggio e la conseguente non opportunità per uno come Curcio di apparire in pubblico.
Quindi suggerirei a Curcio di iniziare a pensare di fare un po’ di ferie arretrate e di concentrarle nel periodo 13 marzo-13 maggio onde evitare imbarazzanti sovrapposizioni con i 55 giorni più tragici della Repubblica.
Il prof.
Piero Fumarola
Per la terza osservazione, però, direi che
Congedo ha mostrato non poca ignoranza (nel senso di ignorare i fatti essenziali per avvalorare la propria dichiarazione).
Sospettare che i meriti di studio di
Renato Curcio e
Nicola Valentino siano un “risarcimento” per le prodezze che li hanno visti protagonisti vuol dire, essenzialmente, due cose:
1) che quello Stato (e io mi chiedo, perché non anche questo)
ha foraggiato i crimini delle BR e dopo aver concordato delle pene poco congrue adesso restituisce delle indennità in cambio della fedeltà dei brigatisti
2) far finta di non sapere che Curcio è, sostanzialmente, un laureato in sociologia (ha rifiutato la tesi al contrario della moglie Mara Cagol che dopo la laurea salutò la commissione a pugno chiuso) e che ha compiuto studi commissionati da grosse aziende, che sono diventati libri riconosciuti all’interno delle facoltà universitarie.
Chi vuole può riascoltare l’intervento di Curcio e Valentino (la qualità è quella che è perché preso da un MP3 non professionale). Magari confermerà le accuse di Congedo, o magari si ravvederà. Non è un mio problema.
Io, da cittadino, osservo e pongo all’attenzione di altri cittadini come sia ancora, e sempre più possibile, utilizzare la storia comune degli anni ’70 (perché non dimentichiamoci che c’era anche una destra fascista e stragista) per strumentalizzare le divisioni di oggi.
Un'ultima cosa. Ho approfittato per chiedere a Curcio di raccontarmi l'episodio della sua "richiesta" di pensione. E lui mi ha risposto, lapidariamente: "Assolutamente falsa. Pura invenzione". Beh, a questo punto mi piacerebbe sentire cosa ne pensi il giornalista che l'ha raccolta. Magari potrebbe farci riascoltare la registrazione del suo MP3. Sempre se non l'ha inavvertitamente cancellata o se le batterie non si erano appena esaurite...
Renato Curcio e Nicola Valentino
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