E’ stata pubblicata ieri sull’agenzia ANSA, un’intervista del giornalista
Paolo Cucchiarelli al terrorista Ilich Ramirez Sanchez meglio noto come
Carlos ‘Lo sciacallo’. (
leggi profilo di Carlos)
L’iter dell’intervista è stato molto lungo e laborioso. Attraverso l’avvocato di Carlos Sandro Clementi, Cucchiarelli ha fatto pervenire le sue domande al terrorista rinchiuso nel carcere francese di Poissy. La signora Sophie Blanco ha tradotto in spagnolo sia le richieste che le successive risposte di Carlos, che infine ha voluto la versione finale per poterla sottoscrivere.
Quindi sull’autenticità delle parole di Carlos, nessun dubbio.
Cosa è emerso di nuovo dalle affermazioni di Carlos? Molte cose (puoi leggere
qui l’intervista integrale di Cucchiarelli), ma la notizia più importante è che, secondo il terrorista venezuelano, nelle ultime 48 ore del sequestro Moro, era ormai pronta un’operazione condotta da agenti del SISMI (definiti da Carlos “patriotti anti-NATO”) che avrebbero dovuto ‘sottrarre’ dalle carceri alcuni brigatisti italiani per essere condotti a Beirut dove un jet con a bordo membri dell’FPLP ed il Col. Giovannone, li avrebbe condotti, sotto la protezione dei servizi italiani, in un Paese che si sarebbe occupato di riceverli.
Il tutto sarebbe avvenuto sotto la guida dello stesso Giovannone ed altri ufficiali del SISMI che si recarono a Beirut più volte.
Ma Bassam Abu Sharif dirigente dell’OLP, cui l’FPLP pur facendone parte era da sempre in contrasto a causa della differente visione delle modalità di liberazione del popolo palestinese, fece filtrare l’informazione alle stazioni NATO in Libano, la cosa giunge rapidamente in Italia ed il blitz viene bloccato.
A seguito di ciò le BR, che ritenevano questo l’ultimo concreto spiraglio per una conclusione positiva del sequestro, uccisero il loro prigioniero ed i personaggi dei servizi che si erano resi protagonisti dell’operazione, furono allontanati dal SISMI.
L'autorizzazione posta da Carlos al termine dell'intervista
Una notizia bomba, non c’è che dire, che troverebbe conferma in una lunga serie di comportamenti:
- vi fu una vera e propria epurazione dei servizi non giustificata dal fatto che questi erano stati creati da pochissimi mesi
- il comandante dell’operazione era l’Amm. Fulvio Martini, vice direttore del SISMI, che fu allontanato dal SISMI. Egli era uomo di fiducia dell’On. Craxi che fu l’unico uomo politico che si impegnò nel trovare una forma di trattativa per salvare la vita a Moro. Fu proprio Craxi, divenuto Presidente del Consiglio, a richiamare Martini alla guida del SISMI
- acquista un senso molto logico il famoso gerundio “eseguendo la sentenza” che i brigatisti utilizzarono nel loro ultimo comunicato. In pratica quando l’operazione sembrava avviata verso una positiva conclusione, ritenendo di essere già stati oggetto di numerosi bluff, i brigatisti decisero che questa sarà l’ultima possibilità concreta per evitare l’uccisione di Moro. Si tratta, dal loro punto di vista, di una specie di “decisione con riserva”, un ultimatum affinché non si trattasse dell’ennesimo bluff
- il fatto di uccidere Moro la mattina presto senza attendere l’esito della riunione della Direzione della DC, diventa adesso leggibile e logica. I brigatisti ricevettero, nel corso della notte, la notizia della spiata e del conseguente stop all’operazione. Non avendo avuto, nelle parole di Bartolomei del 7 maggio, alcun segnale che la mattina del 9 qualche esponente democristiano si sarebbe potuto esporre politicamente con una dichiarazione a favore della trattativa, decisero che contropartite concrete non ve ne fossero più e si videro costretti a procedere all’esecuzione della loro sentenza
Ma quello raccontato da Carlos, può davvero essere considerato un segreto indicibile, che avrebbe potuto resistere per ben 30 anni?
Non c’è dubbio. Almeno per tre motivi:
- qualcuno aveva davvero deciso che Moro doveva morire, e non solo a livello di strategia ma soprattutto di comportamenti operativi
- qualcun altro aveva avviato una trattativa “mostruosamente segreta” della quale non si sarebbe mai dovuto parlare da parte di nessuno
- adesso è chiaro come il primo qualcuno abbia sabotato “l’indicibile trattativa” concretamente, decretando volontariamente la morte di Moro
Adesso abbiamo tutti gli elementi per andare più a fondo e trovare l’assassino con ancora in mano la sua bella “smoking gun”.