In una nuova intervista rilasciata ad
Euronews il 10 maggio scorso, l'ex Presidente della Repubblica
Francesco Cossiga torna a parlare dei 55 giorni e risponde alla domanda chiave sul sequestro Moro: "perché non fu salvato?"
Cossiga, in un colloquio in cui è apparso molto schietto e misurato, non fa che fornire una nuova conferma di quanto detto dal suo consulente Steve Pieczenik, che gli americani affiancarono all'allora Ministro dell'Interno per gestire al meglio la crisi politica in cui si trovò il nostro Paese all'indomani del rapimento di Aldo Moro.
In sintesi Moro non morì per effetto di una decisione presa da Cossiga o Andreotti (tesi spesso diffusa nell'opinione pubblica) ma perché non "crollasse lo stato".
Un'osservazione che, forse, può apparire una novità.
Cossiga ha sottolineato che se i socialisti avessero informato le autorità (in questo caso il Viminale) dei loro contatti, data l'importanza di tali personaggi, si sarebbe potuto scoprire il luogo dove i brigatisti avevano rinchiuso Moro.
«Ma davvero?» mi verrebbe da chiedere all'ex Presidente.
Recentemente, lo stesso Cossiga ha dichiarato all'ANSA un particolare relativo alla sera dell'8 maggio:
«Noi avevamo fatto un piano a reticolo. Avevamo suddiviso la città, il centro, in tanti quadrati. E la notte l'Esercito ci dava una mano per bloccare il settore e poi lo si passava al setaccio. Io avevo capito che se Moro era a Roma prima o poi lo si beccava. Infatti qualcuno nelle Br ha detto che la morte di Moro è stata affrettata perchè sentivano il cappio che li stringeva al collo».
Se i brigatisti hanno dovuto affrettare l'esecuzione del loro prigioniero (Maccari parlò addirittura di lampeggianti blu che si intravedevano a poche centinaia di metri da via Montalcini) evidentemente il "quadrato" che si stava per setacciare doveva essere quello giusto.
E allora mi chiedo se quell'operazione di polizia fu finalizzata ad individuare la "prigione del popolo" o se si trattò dell'ennesimo strumento di attuazione della strategia suggerita da Steve Pieczenik: fare pressione sulle BR affinché commettessero l'errore di uccidere il loro prigioniero.
In questa ottica diventa anche molto chiara l'affermazione che l'Avv.
Giannino Guiso ha riportato in Commissione Stragi.
«Le BR sono arrivate ad uccidere Moro, a mio parere, perché sono state costrette a farlo;
quindi qualcuno le ha costrette a fare ciò»
Più chiaro di così...