E' di questi giorni la notizia che una ex militante della RAF, Birgit Hogefeld, sia stata rimessa in libertà dalla magistratura tedesca.
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La Hogefeld si era resa colpevole dell'uccisione di un soldato americano nel 1985 e di un assalto ad una base militare USA in Germania. Nel 1996 era stata condannata all'ergastolo dopo essere stata arrestata nel 1993. In totale, quindi, 18 anni di carcere.
Sappiamo tutti cosa è successo in Italia alla sola notizia che al latitante (per la nostra giustizia) Cesare Battisti era stata negata l'estradizione da parte del Brasile. Boicottaggi, manifestazioni, chiamate alle armi. Senza entrare nel dettaglio, la decisione brasiliana nulla avrebbe da eccepire in termini di diritto internazionale: nessun Paese concede l'estradizione verso un altro Paese che prevede, per lo stesso reato, pene più severe. E' come se l'Italia estradasse una donna islamica che, secondo la legge del suo Paese, avesse commesso un grave reato "morale" per il quale è prevista la lapidazione.
Noi che ci definiamo democrazia avanzata, non siamo riusciti ancora a chiudere i conti con un passato che, per carità di Patria, abbiamo frettolosamente liquidato come “follia generazionale omicida”. E ne continuiamo a pagare le conseguenze. La Germania, che pure ha avuto un fenomeno di lotta armata lungo e sanguinoso, ha avuto il coraggio di analizzare le contraddizioni della sua società, ha ammesso i propri errori, ha saputo trovare delle pene adeguate ai singoli tenendo conto che si trattava di fenomeni collettivi.
Consiglio a tutti il film “La banda Baader Meinhoff” e invito ad ascoltare con attenzione anche le interviste in appendice. Davvero illuminanti per capire le differenze tra la situazione italiana e tedesca.
Le pene vanno comminate e fatte rispettare, ma se uno Stato non è in grado di farlo perchè concede "un aiutino" a chi non è conveniente perseguire più di tanto (vedi Casimirri) io non faccio parte di coloro che vorrebbero vedere Pinochet impiccato in una pubblica piazza. Mi basterebbe far si che tutti conoscano la verità sui crimini da lui commessi e che siano da monito per altri affinchè non siano reiterai. La vendetta non serve a nulla, se non ai soliti potenti che possono continuare a contare su chi proseguirà a tenere la bocca chiusa.
Il problema vero è che da noi lo Stato ha infranto le sue leggi non per tutelare l’interesse della democrazia (polis o pietas) ma per garantire piccoli interessi di bottega. Con il risultato di blindare certe verità e farle diventare continuo ed efficace strumento di ricatto. Con il risultato che la scia di morti si è allungata e che una serie di personaggi, da una parte e dall’altra, hanno acquisito molto potere. E continuano a mantenerlo dato che sono ancora in ballo.
Per parafrasare la splendida trasmissione di Arbore degli anni ’80 (che in questo periodo stanno incredibilmente ritrasmettendo in TV al mattino presto) non credo ci siano dubbi a rispondere alla domanda iniziale: io non so se la Germania sia democratica o meno. Ma di certo so che non lo siamo noi perché se democrazia vuol dire “potere del popolo” in Italia il popolo non ha mai contato nulla e gli affari sono stati fatti sempre alle sue spalle e sulla sua pelle.