Sentir tornare agli "onori" della cronaca l'indirizzo
via Gradoli 96 (a Roma nella zona della Cassia) fa un certo effetto. Ancor di più se il motivo per cui tale indirizzo ritorna sulle pagine di cronaca dei quotidiani è legato ad una vicenda che ha forti risvolti politici. >
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Come molti lettori sapranno, nei giorni scorsi è venuta alla luce una vicenda privata che ha per protagonista il giornalista
Piero Marrazzo (presidente della Regione Lazio) che era stata utilizzata da quattro carabinieri come strumento di ricatto nei confronti dello stesso Marrazzo. I quattro militari sono stati arrestati e Marrazzo, dopo che è stato reso disponibile il video che lo ritraeva in un incontro intimo con un transessuale proprio al primo piano dello stabile che nel '78 ospitava un importante covo delle BR, si è dimesso.
Tralascio le considerazioni di carattere personale legate a questa "strana" vicenda. Mi piace però osservare che il palazzo in questione viene definito "l'alveare" dai suoi abitanti in quanto ospita molti appartamenti di trans quasi tutte brasiliane. Due di loro (Daniela e Sonia) hanno raccontato ai cronisti che di "politici e attori ne abbiamo visti e conosciuti tanti. Di vip qui ne vediamo tanti: professionisti, attori e politici sia di destra che di sinistra".
Via Gradoli 96 - L'appartamento al secondo piano con le luci illuminate
ospitava il covo brigatista scoperto il 18 aprile 1978, in pieno sequestro Moro
Quella strada e quelle palazzine, che furono oggetto di un'approfondita inchiesta del giornalista Gianpaolo Pelizzaro che scoprì il legame tra molti appartamenti e società di copertura del SISDE, sembrano oggi essere ancora una sorta di "zona franca" nella quale politici e vip si rifugiano (probabilmente al riparo, grazie a delle coperture, da occhi indiscreti) per i loro momenti privati.
Beh, sarebbe interessante se chi ha gli strumenti riuscisse a verificare i vari passaggi di proprietà dei singoli appartamenti e del quando e perchè quello stabile è diventato un piccolo "centro benessere" per personaggi facoltosi. Per essere destinato a certi ambienti, non si capirebbe come mai si siano scelti appartamenti di circa 40 mq nei quali arrivavano a vivere anche 10 trans. Credo che non sarebbe stato difficile trovare disponibilità in zone in grado di garantire tutt'altra accoglienza.
Ai tempi del sequestro Moro, molti testimoni raccontarono di persone sospette che entravano e uscivano in continuazione dallo stabile, altri che sembravano prestare servizio di guardia. Alcuni testimoni riconobbero addirittura dei brigatisti (>
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A qualcuno tra i residenti di più vecchia data andrebbe di raccontare qualcosa?