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Morucci e gli "altri"
Selezione a cura di Dagospia.com /24/10/2008)
Sul blog di Claudio Sabelli Fioretti si è scatenata una polemica tra Morucci
e i lettori sul tema: hanno diritto i terroristi a parlare, scrivere e dire la
loro? Morucci è arrivato a mettere sullo stesso piano la Chiesa e le Br
(entrambi hanno usato la violenza a fin di bene). Abbiamo tratto una parte del
ping pong. (www.sabellifioretti.it)
PATRIE GALERE
da Valerio Morucci
Caro Claudio, nonostante le tue giacobine frequentazioni, dubito assai che
anche tu possa cadere vittima della sindrome forcaiolesca che vorrebbe risolvere
con la galera i guai della nostra zoppicante democrazia. Ma, considerata
l'insistenza di chi finge di non aver capito che l'illegalità è l'odierna e
futura cifra di sopravvivenza della politica, degli affari e di tutta la
baracca, potresti rinfrancarti maggiormente nel tuo spirito tollerante, ma non
per questo meno salace, ripassando nel mio ultimo libro, "Patrie galere", quanto
sai di carceri.
Tanto per rafforzare l'opinione che la galera è meglio non raccomandarla. Non
foss'altro perchè, a parlarne troppo e pubblicamente, si rischia di darla per
scontata come panacea di tutti i 'mali'. Dagli imprenditori truffaldini datisi
alla politica, ai politici corrotti di per sé, per finire ai rom, ai negri, alle
puttane e loro clienti e, un prossimo domani, ai giornalisti rompicoglioni, con
votazione bipartisan.
Risponde Claudio Sabelli Fioretti - Caro Valerio, hai quasi ragione.
Io rimango abbastanza convinto che con la galera non si risolvono i guai della
democrazia però non si può nemmeno differenziare quelli che ci possono andare e
quelli che invece no. Se ci va il tossico (meglio, finché ci va il tossico) ci
deve andare anche Previti. Non si parte come sembreresti sostenere tu, da
politici corrotti per finire ai rom. E' il contrario.
PATRIE GALERE/2
da Valerio Morucci
Dovresti chiarirmi cosa è 'il contrario'. Io dico che a voler mandare in
galera Previti & Co., tanto per riprendere il tuo esempio, si ottiene che loro
comunque non ci vanno, mentre la galera, così tanto evocata, rimane appannaggio
di tutti i poveri cristi (oltre il 30% tossici e un altro 30% extracomunitari.
Al 54% tra i 18 e i 35 anni. Tra le donne il 70% erano disoccupate o in cerca di
occupazione, e tra le disoccupate un altro 70% per cento erano operaie. Ripeto 'operaie'.
Operai: razza in via di estinzione anche tramite la galera.
Per quanto l'istinto spinge per volere in carcere i criminali prestati alla
politica, si dovrebbe essere capaci di ripensare la natura di questo istinto
(assai vicino al rituale espiatorio dell'avvio del caprone verso la Genna) e 'civilizzarlo';
ricordando che il 'popolo' accorreva sempre in massa alle esecuzioni pubbliche.
La galera, in attesa di trovare modi meno arcaici, dovrebbe contenere soltanto
quelli che possono fare del male ad altri esseri umani. Quindi poteva essere
giusto che ci avessero rinchiuso i brigatisti o i sequestratori omicidi dei loro
ostaggi, per dire.
Negli USA condannano chi ha ucciso guidando in stato di ubriachezza a stare per
le strade della propria città con un cartello appeso al collo: "Ho ucciso una
persona guidando ubriaco". I politici-criminali - distinzione che separa quelli
che ancora l'hanno fatta franca da quelli beccati e sanzionati,(ricordi Nixon
Ricky-Tricky, sbeffeggiato meno per quello che aveva fatto che non perchè si era
fatto beccare) non potrebbero essere condannati a stazionare sul Montecitorio
con un cartello appeso al collo elencante i loro reati?
Risponde CSF - Sulle misure alternative al carcere sono assolutamente
d'accordo.
CONSAPEVOLE DEL MIO FARDELLO
da Valerio Morucci
Nel mio intimo potrei anche condividere, consapevole del mio fardello,
l'invito al silenzio, ma rimango perplesso quando si tracciano demarcazioni
morali 'ad personam'. Gli ex-brigatisti avrebbero comunque il diritto di parola,
ma sarebbe opportuno che si stessero zitti. Incarnano forse il 'male assoluto',
da dovere essere reietti sulla Terra? Dal dopoguerra è stato così per i
neo-fascisti e per avere di nuovo diritto di parola hanno dovuto, oltre misura,
abiurare.
Nessuno degli ex-brigatisti che abbia messo mano alla penna - non più di tre -
ha inneggiato al proprio passato, e per una revisione autocritica sono occorsi
ben meno che quarant'anni. Per me ancora prima di essere arrestato. Parliamo di
eventi accaduti trenta anni fa e, contrariamente all'interessata visione per
singoli fatti criminali, fanno parte della storia di questo paese. L'uso delle
armi nella lotta politica, dalle bande armate alle sparatorie di piazza, ha
coinvolto negli anni '70 una quantità di militanti pari, se non superiore, al
numero di partigiani nella Resistenza.
Si può condannare, si può esecrare, ma dal punto di vista storico il 'male
assoluto' non esiste. Perchè non esiste nella Storia un bene altrettanto
assoluto da potersi usare come discrimine. Anzi, spesso, se non sempre, il male
è commesso nella convinzione di perseguire il bene. Vedi la Chiesa, oltre che le
BR. Non resterebbe quindi, nel piccolo di ciascuno per provare a far sì che
questo meccanismo non si perpetui, che capire da cosa sia alimentato. (Vedi
l'Opinione di CSF su "Io donna" del 24 maggio 2008). E' quello che io cerco di
fare, e proporre, nei miei libri.
IL PUZZOLENTE ODORE DELLA POLVERE DA SPARO
da Valerio Morucci
Della carcerazione fatta subire a Moro, e dell'effetto straniante nel
ritrovarmi dalla parte dei carcerieri, ho scritto in un mio libro del 2004. Qui
lo spazio è poco. Quanto al 'puzzolente odore della polvere da sparo' non so se
un blog debba essere necessariamente luogo di approssimazione. La rete potrebbe
rappresentare serbatoio di formazione/scambio di pensiero/opinione altri dal
melting pot del nulla offerto dai mass-media. Se però vi si fanno circolare
senza alcuna cura opinioni affrettate ed epidermiche rischia di essere soltanto
un'appendice delle chiacchiere da coda all'ufficio postale. Andrebbe forse
ricordato che il primo puzzolente odore sentito da quella generazione è stato
quello della dinamite delle bombe delle stragi.
Quanto a quello della polvere da sparo andrebbe invece ricordato - a tutti
quelli che riducono la storia della conflittualità in Italia alle BR - che prima
di Moro, e cioè nel '77, quell'odore proveniva ogni sabato dalle piazze
italiane, dove moltitudini di giovani armati assaltavano la voglia di un altro
mondo scaricando le pistole contro la polizia. Quella 'insurrezione' e quel
movimento, ancora troppo caratterizzati dall'andare contro e meno dall'andare
verso, si stavano già esaurendo quando è arrivata la mazzata definitiva del
sequestro Moro. Che ha spostato lo scontro a una guerra tra due apparati avulsi
dalla realtà sociale. Il Partito Combattente e lo Stato. Ma anche per questo lo
spazio è poco. Perchè il vizio del contro anzichè del verso è ciò che ancora
blocca, oltre che i cervelli, ogni possibilità di alternativa. Ne ha accennato
Lina Arena.
VALERIO MORUCCI DOCET?
da Francesco Falvo D'Urso - Lamezia Terme
Ho ancora il ricordo di quel filo di angoscia ramificato nel mio corpo. Era
il 16 marzo del 1978. Era il mio compleanno e mi accingevo a partecipare ad una
assemblea d'istituto al liceo artistico di Catanzaro. Un professore si affacciò,
trafelato e pallido, nell'aula magna, annunciandoci che il presidente Aldo Moro
era stato appena rapito. Mi sono sempre chiesto, in modo spicciolo e terra
terra, perché le Brigate Rosse non avessero mai colpito i veri potenti di questo
paese. Gente che dell'Italia ne ha fatto carne di porco, mietendo, anche loro,
tante vittime senza che mai nessuno abbia pagato per questo. Cosa è cambiato?
ANCORA PATRIE GALERE
da Michelangelo Moggia
Non ho letto il libro e non lo leggerò. Non credo sia necessario leggere il
libro per dare un giudizio negativo sulla questione che è stata messa a fuoco in
modo egregio dal presidente Napolitano qualche mese fa. Riporto il link:
http://www.repubblica.it/2007/03/sezioni/politica/napolitano-terroristi/politologo/politologo.html
PARLARE
da Mario Strada
Trovo improponibile impedire alle persone di parlare. Siano carcerati,
scarcerati, in attesa di giudizio, blogghisti. Pero', nel caso di tutti i
protagonisti dei cosiddetti "anni di piombo", dai terroristi ai ministri
dell'epoca, ho un pre-giudizio. Tuttora, non sappiamo come sono andate veramente
le cose di molte vicende, a cominciare dal rapimento Moro. Lo trovo
insopportabile. Sarebbe utile e gradito che chi sa, parli.
GALERE, PATRIE E NON...
da Vittorio Grondona - Bologna
(...) E' ovvio che nel contesto attuale è praticamente impossibile fare a
meno delle prigioni, però il ricorso alle stesse potrebbe essere consigliato da
una maggiore prudenza sia dei legislatori, sia dei giustizialisti politici.
Questi ultimi poi accentuano ad arte le paure per invocare leggi fnalizzate ad
ottenere solo i maggiori consensi elettorali dei più timorosi. Nel contempo,
però, le stesse leggi, sempre fettolose e molto lacunose, forniscono lo spunto
per uno sfogo incontenibile di pericolosi comportamenti dei più turbolenti sia
della giustizia che dei ribelli. In conclusione la politica del taglione produce
solo svantaggi, a volte anche terribili, per la società nel suo insieme.
PATRIE GALERE...E QUELLE DEGLI ALTRI
da Armando Gasparini, Veneto Alto
Ma sto Valerio Morucci che scrive libri, che moralizza sulle carceri, che ci
fa la predica, non sarà per caso "quel Morucci" già Potere Operaio e BRigatista
rosso poi? Se sì... prima di lamentarsi, Le ricordo a bassa voce, come sono
stati trattati i "colleghi" della (RAF) Rote Armee Fraktion (Baader-Meinhof) in
Germania. Là usano metodi sbrigativi e solo in Italia bisogna sorbirsi i
moralisti poi! Ad majora.
Risponde CSF - Armando, stai dicendo che bisognava ammazzarlo in
carcere?
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