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“Aiuti alle Farc, nulla da nascondere”
Il Prc si difende, ma scoppiano le polemiche. Il Pdl: il caso in Parlamento
«Gravi sospetti», «verità sconcertante» o «normali rapporti alla luce del
sole»? Da destra si accusa, da sinistra ci si difende: questo provoca il dossier
del governo di Bogotà che denuncia le relazioni tra le Farc (Forze armate
rivoluzionarie della Colombia) e Rifondazione comunista e di cui Repubblica ha
dato notizia.
E-mail e documenti contenuti nel computer del portavoce della guerriglia Raul
Reyes che dimostrerebbero, questa l´accusa del governo colombiano, rapporti che
andrebbero oltre i «semplici contatti politici» tra il partito italiano e il
movimento rivoluzionario, inserito nel 2002 da Stati Uniti e Unione Europea
nella lista "nera" e dichiarato «organizzazione terroristica».
Rapporti che si intrecciavano proprio durante la prigionia di Ingrid
Betancourt, la militante per i diritti umani liberata lo scorso due luglio,
oltre sei anni dopo il suo rapimento. Nei documenti trovati nel computer di
Reyes, Ramon Mantovani viene definito «un appoggio speciale» delle Farc in
Europa. Lui, all´epoca responsabile esteri di Rifondazione, oggi si difende
così: «Il Prc non ha nulla da nascondere, ha tenuto rapporti con le Farc per
molti anni, alla luce del sole e con l´unico obiettivo di riprendere il processo
di pace».
Una relazione coerente con gli obiettivi politici di Rifondazione: «Pensiamo
– continua Mantovani – che i conflitti si risolvano con la diplomazia e non con
le armi. Inoltre abbiamo sempre detto che non siamo d´accordo con la pratica dei
sequestri». Tuttavia, prosegue l´esponente di Rifondazione, «ci siamo adoperati
con le Farc per arrivare alla liberazione di Ingrid Betancourt, attraverso uno
scambio di prigionieri o con una liberazione unilaterale».
E poi rilancia: «Tutto il partito di Rifondazione comunista, il Parlamento, i
Presidenti delle Camere, i vari governi che si sono succeduti, erano a
conoscenza dei nostri contatti con le Farc». E anche il segretario del Prc,
Paolo Ferrero spiega che «il nostro ruolo di mediazione è stato riconosciuto
anche da Pier Ferdinando Casini, che allora era presidente della Camera e veniva
puntualmente informato delle missioni di Mantovani». Nulla da nascondere,
insomma.
Il centrodestra, ovviamente, non è dello stesso avviso. Anzi. Il presidente
dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, annuncia, alla riapertura delle Camere,
la presentazione di una interrogazione urgente al governo sull´argomento.
«Quanto si legge sui quotidiani – afferma Gasparri – ci turba profondamente
perché conferma gravi sospetti. Non si può considerare la vicenda strettamente
politica. Si impongono chiarimenti urgenti anche in considerazione della
sicurezza interna al nostro paese». Per Gasparri, l´impegno dell´Italia contro
il terrorismo, verrebbe «ostacolato dalla condotta di esponenti di vertice di
Rifondazione comunista». E per il deputato Pdl Amedeo Laboccetta, il dossier del
governo colombiano svela «una verità sconcertante». Per questo, invita la
procura di Roma ad «iniziare un´attività d´indagine».
Mauro Favale - Repubblica - 01/09/2008
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