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«Barbara
Balzerani non doveva essere scarcerata. Dunque bisogna annullare la
libertà dell´ex "primula rossa" delle Br».
La Procura generale
della Corte di Cassazione chiede ai giudici della prima sezione penale di
annullare con rinvio il provvedimento del tribunale di sorveglianza di Roma che
ha rimesso in libertà condizionata
la Compagna Luna.
La requisitoria scritta da Francesco Salzano,
in vista della camera di consiglio del 24 aprile, condivide i motivi del ricorso
del Pg di Roma, Gianni Malerba,
secondo cui l´ex br non si sarebbe mai «ravveduta». Anzi, avrebbe assunto
soltanto «un opportunistico atteggiamento di abbandono della sua posizione di
irriducibile».
Dieci
anni di militanza nel "partito armato", ventuno di carcere, tre ergastoli, due
libri. Barbara Balzerani era lì a dirottare il traffico in via Fani, il giorno
del rapimento di Aldo Moro. Durante la
prigionia dell´ex presidente della Dc, nome di battaglia "Sara", divise con
Mario Moretti il covo di via Gradoli.
Nel 1981 partecipò al sequestro del generale Nato
James Lee Dozier.
Una
delle prime ad aderire alla lotta armata, l´ultima a essere catturata.
La Balzerani fu
arrestata il 19 giugno
1985 a Ostia,
assieme al suo convivente Giovanni Pelosi. Dal carcere rivendicò l´omicidio dell´ex
sindaco di Firenze Lando Conti e la
rapina di via Prati di Papa a Roma in cui morirono due agenti portavalori. Nel
1995 ottenne il permesso per il lavoro esterno. Di giorno negli uffici di una
ditta di informatica, la notte in cella a Rebibbia.
Il
perdono di Maria Fida Moro, consultata
con altri figli, fratelli, sorelle delle vittime del terrorismo rosso dal
tribunale di sorveglianza di Roma, le ha aperto il primo spiraglio. La figlia
dell´ex presidente della Dc è stata l´unica ad esprimersi a favore della
scarcerazione. «Ho detto sì perché ho sempre detto sì per tutti gli altri,
perché credo che così avrebbe fatto mio padre». I familiari di chi fu ucciso a
Genova dalle Brigate Rosse non hanno concesso clemenza: lei è stata condannata
per l´omicidio di quattro carabinieri. Nessun perdono neppure dai parenti di
altri due militari, Mario Tosa e
Vittorio Battaglini, uccisi nel 1979.
Pareri tuttavia non vincolanti per i magistrati di sorveglianza.
Il 12
dicembre scorso, provocando forti polemiche,
la Balzerani, che
oggi ha 57 anni, ha ottenuto la libertà condizionata. Se
la Cassazione
confermerà la decisione del tribunale, per i prossimi cinque anni l´ex "primula
rossa" dovrà osservare alcune prescrizioni: non potrà lasciare il comune di
residenza, dovrà dormire ogni notte nella sua casa. Non potrà avere rapporti con
gli organi di informazione.
«È
stato sbagliato rimetterla in libertà, occorre un nuovo e più approfondito
esame», afferma la procura della Cassazione. L´avvocato
Michele Leonardi - che per un caso del
destino ha lo stesso cognome del maresciallo dei carabinieri che comandava la
scorta di Moro rimanendo ucciso - auspica che la scarcerazione sia confermata. E
ricorda che il tribunale di Roma ha concesso la libertà condizionale in
conformità con indicazioni date proprio dalla Cassazione in provvedimenti
recenti.
«Non
doveva essere liberata - commenta Luca Volontè, presidente dei deputati dell´Udc
- i giudici suppliscono il governo per rendere giustizia alle vittime delle Br».
Una
donna «non ancora così vecchia da trovare una qualche rassegnazione alla
scomparsa dell´unico mondo conosciuto e la bambina che è stata». Barbara
Balzerani parla del suo personaggio, Compagna Luna, nel libro di memorie
pubblicato nel 1998. Lo scorso anno ha sconfessato le nuove Br. «Non sono figli
nostri», ha detto. Una frase che ha suscitato polemiche, indignazione, per
alcuni testimonianza di un pentimento mai arrivato. «Torni in carcere», chiede
adesso la procura generale alla Suprema Corte. Soltanto fra due settimane l´ex
"primula rossa" saprà se dal suo foglio carcerario scomparirà per sempre la
nota: «Fine pena, mai».
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