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Caso Moro, riparte l'inchiesta sulla moto Honda in via Fani
Un mistero che dura da 37 anni. Uno dei tanti, troppi, che ancora oggi
circondano la vicenda del sequestro e l'omicidio di Aldo Moro nonchè l'eccidio
della sua scorta: la presenza di una moto Honda con due persone a bordo il 16
marzo 1978 in via Mario Fani. Chi erano quei due? Esponenti delle Brigate Rosse?
Fiancheggiatori? Curiosi?
Ad oggi non c'è una verità e, fino a poco tempo fa, sembrava che il caso
dovesse finire in archivio per l'impossibilità di fare chiarezza sul punto.
Perlomeno questa era stata la sollecitazione dell'ex procuratore generale presso
la corte di appello di Roma Luigi Ciampoli, il quale, peraltro, riteneva di aver
identificato uno dei due uomini sulla moto, ma di non aver potuto esercitare
l'azione penale poichè, nel frattempo, quell'uomo era morto.
Ma il successore, anche se pro tempore, di Ciampoli, Antonio Marini -
magistrato che in passato ha dedicato molte delle sue energie proprio sul caso
Moro - non è stato d'accordo. Ed il gip Donatella Pavone, alla quale era finita
la richiesta di archiviazione, ha condiviso le su argomentazioni e gli ha
restituito oggi gli atti per la prosecuzione delle indagini. Due giorni fa
Marini, in un'audizione in Commissione Moro, aveva spiegato perchè riteneva
necessarie ulteriori accertamenti: «Per quanto riguarda - aveva spiegato - la
vicenda della moto Honda di via Fani è ancora avvolta nel mistero ed il non
essere riuscito a individuare i due che erano a bordo mi ha tormentato per
anni».
«Il fatto che quei due restino ancora impuniti - aveva aggiunto - mi spinge
ad occuparmi del fatto al fine di contribuire con tutte le mie forze e fino a
quando mi sarà possibile, all'accertamento di quanto accaduto quel giorno». Un
«grande cruccio», quello di Marini, accompagnato da un dramma personale: «Sto
per terminare - aveva detto - la mia esperienza giudiziaria e, per inciso, anche
la mia esperienza di vita, essendo stato colpito dal cancro che mi sta divorando
giorno per giorno. Ma ci sono delle nuove emergenze processuali che giustificano
l'esigenza di approfondire un capitolo che rappresenta uno dei misteri di via
Fani». La richiesta di archiviazione firmata da Ciampoli era stata oggetto di
opposizione da parte dei familiari della scorta, assistiti dall'avvocato Walter
Biscotti.
Era stata fissata un'udienza per il 20 marzo prossimo, ma alla luce della
restituzione degli atti quell'appuntamento è stato annullato. L'avvocato
Biscotti ha apprezzato l'operato di Marini: «ha fatto una scelta molto
coraggiosa e solitaria», ha detto. E ha aggiunto: «Se questo è stato possibile,
lo si deve anche agli atti di opposizione alla richiesta di archiviazione che
insieme al collega Imposimato, che rappresenta Maria Fida Moro, abbiamo
presentato».
Redazione (6 marzo 2015, Il Messaggero)
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