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Moro: Arconte, domani a Saxa Rubra per riavere mie carte
(V. "Moro: Grassi, gravi denunce..."; delle 17.55)
(ANSA) - ROMA, 15 GEN - Antonino Arconte, ex gladiatore, spiega sul suo profilo Fb che domani sara' presso la sede della Rai per far eseguire la sentenza che obbliga la Rai a restituire i documenti originali e le positive perizie sugli stessi che Arconte consegno anni fa per un servizio di Rai 3 e che non gli sono piu' stati restituiti. La denuncia e' stata ripresa e
rilancia da Gero Grassi (Pd), componente della Commissione Moro.
"Domani - spiega- saro' alla sede RAI di Viale Mazzini e Saxa Rubra con l'ufficiale giudiziario a eseguire la sentenza che ho
pubblicato sul blog.
La Rai ha distrutto prove fondamentali e inconfutabili all'identificazione dei mandanti della strage di
Via Fani, e del sequestro e omicidio dell'on. Moro. E' stata condannata per questo ma nessuno dei media nazionali, nemmeno
quelli della concorrenza Rai, ha dato la notizia che e' pubblica e in giudicato dal 10 aprile 2013".
Si tratta solo di una nuova puntata della querelle tra lo Stato italiano e Nino Arconte, il 'gladiatore' che sta
combattendo quella che definisce ''l'ultima missione'' cioe' far conoscere l'attivita' della 'Gladio militare', la struttura
operativa almeno fino al 1986 quando l'ufficio da cui dipendevano i militari impegnati in missioni all'estero di
intelligence, vere e proprie attivita' di spionaggio e di messa in sicurezza di personaggi o uomini importanti, venne
improvvisamente cancellata.
Arconte ha reso pubblica una copiosa documentazione che e' alla base di un libro, di un sito, di un cd-rom, di una serie di
iniziative presso la Corte Europea,quella dei Diritti dell'uomo, presso la Corte dei Conti e presso diverse procure italiane.
Il governo anni fa smenti' l'autenticita', rispondendo ad una interrogazione di Andreotti, di uno dei molti documenti, forse
il piu' clamoroso, resi noti da Arconte e cioe' un ordine affidatogli a mano da consegnare a Beirut. Quell'ordine arrivo'
a Arconte il 6 marzo 1978 da La Spezia in busta sigillata.
Il 'gladiatore' doveva partire per il Libano per consegnare un plico giallo contenente, come seppe piu' tardi, 5 passaporti
italiani in bianco. Qualche giorno dopo, utilizzando la motonave 'Jumbo M.' arrivo' a Beirut dove consegno' il tutto a quello
che, anni dopo, riconobbe essere il colonnello Mario Ferraro dei paracadutisti.
La lettera conteneva un sollecito ai nostri
servizi in Libano da parte del servizio informazione della Marina Militare ad attivarsi per ottenere dagli estremisti
mediorientali la liberazione di Aldo Moro che, in effetti, non era stato ancora rapito. Mancavano circa una decina di giorni al
16 marzo 1978. (ANSA).
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