Caso Moro, Grassi mostra le foto della Renault 4
La vettura che trasportò il cadavere di Aldo Moro si trova a Roma
in un deposito e presto sarà trasferita nel Museo delle auto della Polizia
Sono le prime immagini della famosa Renault 4 che il 9 maggio 1978 trasportò
il corpo di Aldo Moro dalla “prigione del popolo” di via Montalcini a via
Caetani. L’auto, grazie all’intervento del vicepresidente dei deputati del Pd,
Gero Grassi, è a Roma e si trova in un deposito blindato in attesa di essere
collocata nel Museo delle auto della Polizia di Stato di via dell’Arcadia.
Nelle scorse settimane era stato lo stesso Grassi, con un’interrogazione al
ministro dell’Interno, ad avviare le ricerche dell’auto un tempo di proprietà di
Filippo Bartoli, un imprenditore marchigiano scomparso il 25 dicembre 2013, che
dopo il dissequestro la conservò gelosamente a Serravalle di Chienti. Nel 2012
Bartoli, che dovette dimostrare che con il sequestro del presidente della Dc non
c’entrava nulla, la donò al Viminale chiedendo un impegno dello Stato a
conservarla ed esporla.
«Guardare quell’auto – ha dichiarato Grassi dopo aver visionato la R4 – è non
solo molto commovente ma anche di estremo interesse ancora oggi per cogliere
nuovi elementi di verità sulla uccisione del leader democristiano. La Renault 4
racconta insomma qualcosa di quella storia. Dobbiamo molto al senso civico del
suo proprietario, Filippo Bartoli, il quale l’ha ben conservata ma soprattutto
tutelata da ogni possibile uso commerciale, anche rinunciando a laude
ricompense».
La R4 rossa è ormai inservibile, dopo gli accertamenti a cui fu sottoposta
dalla scientifica e dagli artificieri che l’avevano anche aperta con la fiamma
ossidrica. Le Brigate Rosse la rubarono nel quartiere Prati il 2 marzo 1978, due
settimane prima dell’eccidio di via Fani. La targa (Roma N57686), ben visibile
nelle foto pubblicate da Grassi sul suo profilo Facebook, risultò contraffatta:
l’originale, di un’Alfetta dell’Alitalia, tornò al Pra dopo un passaggio di
proprietà.
Redazione (30 ottobre 2014, Lettera35.it)
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