Trentasei anni dopo una commissione d'inchiesta sul caso
Moro
"Alle 14 di domani si riunirà per la prima volta la Commissione parlamentare
d’inchiesta sul caso Moro. Lo ha stabilito la Conferenza dei capigruppo di
Montecitorio. La commissione domani procederà alla nomina del presidente". Il
titolo e il testo dell'agenzia hanno del surreale. Ora, è vero che sul rapimento
dell'allora presidente della Dc permangono ombre densissime dentro le quali si
nascondono probabilmente i servizi segreti nostrani ed esteri. E intrighi
politici che i protagonisti delle vicende parlamentari di quegli anni si stanno
portando uno dopo l'altro nella tomba. E che tuttora il caso è tra quelli di cui
agli italiani piace ancora oggi parlare e scrivere (l'ultimo caso quello di
"Volevo essere come tutti" di Francesco Piccolo, vincitore del Premio Strega).
Ma da quella orribile mattina del marzo 1978 e dalle settimane che seguirono
fino al ritrovamento del cadavere dello statista in via Caetani è passata la
bellezza di 36 anni. Cioè, su per giù metà della vita media di un uomo. E pare
incredibile che nel 2014, con l'Italia infognata in una delle peggiori crisi
economiche ed occupazionali della sua storia, con l'allarme dell'estremismo
islamico che torna a sconvolgere il mondo, i nostri politici avvertano il
bisogno di convocare un organo parlamentare per parlare (perchè altro non
faranno, è meglio togliersi qualsiasi altra illusione) di un fatto vecchio di 36
anni. E che, coi suoi segreti, è resistito a inchieste e indagini per tutti
questi anni. Poi dicono che la politica è lontana dai cittadini e dai loro
bisogni...
Redazione (1 ottobre 2014, LiberoQuotidiano.it)
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