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Maria Fida Moro: «Ridicolo istituire una commissione e non
nominarne i componenti»
«La verità serve al paese, tutte le stragi impunite sono collegate
al delitto Moro. Il "delitto di abbandono" pesa sugli italiani, quelli
consapevoli e quelli troppo giovani per ricordare»
«Sarebbe ridicolo, se non fosse tragico, che nel nostro paese i gruppi
parlamentari votino quasi alla unanimità la costituzione di una nuova
commissione d’inchiesta sul caso Moro e poi tutto venga ibernato, perché da
alcuni gruppi non sono stati nominati i propri componenti». E’ quanto dichiara,
in merito al mancato avvio dei lavori della Commissione parlamentare d’inchiesta
sul caso Moro, la figlia dello statista democristiano, Maria Fida.
«La verità, che è lontanissima, non serve ad Aldo Moro (in salvo
nell’eternità) – ha aggiunto Maria Fida Moro – e neppure a chi ha assistito alla
massima tragedia italiana dal dopoguerra. Serve, al contrario, ai ragazzi e alle
ragazze del futuro che non vivranno mai in un paese normale se non verrà –
almeno parzialmente – chiarita questa terribile vicenda. Il “delitto di
abbandono” pesa sugli italiani, quelli consapevoli e quelli troppo giovani per
ricordare. Ma, senza sincera ricerca della verità, non ci si può affrancare da
un passato che rende il futuro incerto e spaventoso».
«Non è in funzione di Aldo Moro – prosegue la figlia del leader democristiano
assassinato dalle Brigate Rosse il 9 maggio 1978 – è in funzione dell’Italia che
sembra aver perduto con quell’uomo buono la capacità di lavorare insieme a
favore del bene. E non va neppure dimenticato che tutte le stragi impunite sono
in modo diretto ed indiretto collegate al delitto Moro. Chiarirlo, quindi, serve
a districare un cinquantennio della trama oscura che, con diversi scenari, ha
insanguinato ed immobilizzato l’Italia fermandone lo sviluppo alla primavera del
’78. Ma è pur vero che sulla verità e la sua luce poggia ogni bellezza e che
essa è presupposto di giustizia e di pace. A noi di scegliere cosa lasciare in
eredità alle generazioni future, se prospettive gioiose o dolore tenebroso ed
incombente. Ricordando che le nostre scelte saranno giudicate dalla storia».
«Ha ragione Maria Fida Moro: la commissione parlamentare d’inchiesta sul caso
Moro è bloccata perché alcuni gruppi, alla Camera e al Senato, non hanno ancora
indicato i loro componenti, un atto indispensabile per il suo insediamento.
Questo comportamento non è accettabile, come ho denunciato più volte
sollecitando i presidenti delle Camere ad intervenire», ha commentato il vice
presidente dei deputati del Pd, Gero Grassi, tra i promotori della Commissione
d’inchiesta.
«Le parole di Maria Fida Moro – ha aggiunto l’esponente democratico – sono
giustamente molto dure e spero che servano a far riflettere chi oggi sta
ostacolando la Commissione. E’ evidente che questo ostruzionismo è molto
pericoloso perché colpisce direttamente la serietà dell’iniziativa,
delegittimando di fronte all’opinione pubblica le istituzioni che l’hanno
promossa. Continuo a girare l’Italia per parlare del caso Moro e dei suoi
aspetti non risolti, moltissime persone partecipano ai nostri incontri e
aspettano di vedere cosa fa questo parlamento per contribuire almeno in parte a
fare luce sul delitto politico che ha cambiato il corso degli eventi italiani.
Questo ritardo dei lavori – ha concluso Grassi – delle Camere è perciò
intollerabile»
Redazione (20 settembre 2014, Lettera35.it)
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