vuoto a perdere

Sei registrato? 
 


Resta aggiornato
Se vuoi ricevere una eMail di riepilogo delle novità
(frequenza max settimanale)


 
Antispamming. Inserisci il codice



ISBN 9788867559756
Ultima versione
1.0 del 22/05/2013
Tipologia: Novità

Solo 3.99€!
 



Vuoto a perdere è il solito libro sul caso Moro?
Ascolta cosa ne pensa Giovanni Pellegrino
(Presidente della Commissione Stragi dal 1994 al 2001)


Documento inedito

 
Nel libro ho pubblicato la testimonianza di un collaboratore dell'ufficio in via Fani 109 di cui parla il Sig. Barbaro. Dal suo racconto emergono degli elementi nuovi sui quali nessuno ha ancora fatto chiarezza.
Sarebbe interessante poter approfondire con i protagonisti > leggi <


 

Documenti  

 

  Approfondimento 

 

  Documentario 

 

  Evento 

 

  Giudiziario 

 

  Presentazione 

 

  Stampa 

 

  Trasmissione 

   
   
   

 
“Fra Torino e Aldo Moro un legame tragico ma ancora poco conosciuto”
19/09/2014 - La Stampa - Elena Lisa  
(0)


“Fra Torino e Aldo Moro un legame tragico ma ancora poco conosciuto”
L’ex capo della Procura a Torino questa sera in un convegno ha parlato di uno dei grandi misteri italiani

«Il legame tra Torino e il rapimento di Aldo Moro è poco esplorato ma c’è ed è stretto». Al convegno intitolato «Chi e perché ha ucciso Aldo Moro», questa sera al circolo Cecchi Point, l’ex capo della Procura a Torino, Giancarlo Caselli - il magistrato che 40 anni fa coordinò le indagini insieme a Bruno Caccia che portarono all’arresto dei capi delle Brigate Rosse, Renato Curcio e Alberto Franceschini per mano dei carabinieri del generale Alberto dalla Chiesa - ha scelto di puntare su un aspetto che avviluppa uno dei grandi misteri italiani: la relazione tra la «città rossa, operaia e lo statista democristiano».

L’intervento di Caselli ha seguito la relazione incalzante e per certi versi spaventosa di Gero Grasso, vicepresidente parlamentare alla Camera del Pd che, in sequenza e basandosi su documenti di Stato, ha raccontato episodi e depistaggi che hanno contrassegnato le indagini sui giorni terribili del sequestro e dell’uccisione di Aldo Moro.

«Il filo di connessione tra Torino e Moro è intenso – ha detto Caselli – per due ragioni precise: perché il sequestro venne rivendicato qui, nell’aula della Corte d’Assise dove si celebrava il processo ai capi storici delle Br. E perché le richieste dei terroristi, nei comunicati scritti, riguardavano proprio la liberazione degli esponenti in carcere a Torino». «Va assolutamente ricordato – ha aggiunto l’ex magistrato – di quanto i brigatisti osteggiassero quel processo. Ordinarono un fuoco di sbarramento per impedirlo secondo la logica per cui “la rivoluzione non si processa”. Erano convinti che andando avanti lo Stato avrebbe “mostrato il suo vero volto, fascista e reazionario” e questo avrebbe dato origine a una forte reazione nel “popolo” che si sarebbe coagulata attorno a loro. Il processo a Torino invece proseguì nel rispetto della legge e delle regole e questo li depotenziò enormemente. Non solo, dopo l’uccisione di Moro, fu proprio durante le imponenti assemblee operaie a Torino che si decretò una ferma scissione tra i meno critici e i più numerosi che invece rifiutarono collegamenti e collusioni con i brigatisti».

Elena Lisa (19 settembre 2014, La Stampa)

 

       

 

Vuotoaperdere.org - Copyright (C) 2007, 2014 - Manlio Castronuovo