Una ferita ancora aperta
Una ferita ancora aperta nella storia del nostro Paese, una delle pagine più
drammatiche: il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro.
Se ne sono occupati in tanti, dal Parlamento fino al cinema ed ora, la
ricostruzione fedele dell'agguato di via Fani, nel corso del quale nel 1978
venne rapito Aldo Moro e furono uccisi gli agenti della sua scorta, contenuta
nel film del 2003 «Piazza delle Cinque lune» ( nella foto in alto ), potrebbe
diventare un atto ufficiale.
«Chiedo che possa essere acquisita come prova nelle indagini della nuova
commissione di inchiesta che indaga sul rapimento e l'assassino del presidente
della Democrazia cristiana da parte delle Brigate Rosse», spiega il regista del
film, Renzo Martinelli ( nella foto in basso ), dal palco de «La Gardesana 2014»
l'evento in programma a Desenzano del Garda (Brescia) fino al 5 settembre.
Il regista, intervistato da Giovanni Terzi, ha raccontato come la scena
dell'attentato sia stata «girata più volte utilizzando tutti gli elementi
fotografici e le testimonianze raccolte dalla magistratura». Una ricostruzione,
secondo Martinelli, «che smentisce nei fatti la versione ufficiale
dell'inchiesta» e risulterebbe più accurata di quella ufficiale ma, spiega
Martinelli, «nessuno ci ha mai convocato per analizzare quello che abbiamo
provato sul campo». Una nuova commissione si sta attivando per fare luce su quei
fatti anche grazie al libro scritto da Ferdinando Imposimato, giudice che seguì
il caso Moro.
Ed ora, un aiuto per far luce su quella drammatica pagina, potrebbe arrivare
anche dal cinema.
SDM (3 settembre 2014, Il Giornale)
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