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ISBN 9788867559756
Ultima versione
1.0 del 22/05/2013
Tipologia: Novità

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Vuoto a perdere è il solito libro sul caso Moro?
Ascolta cosa ne pensa Giovanni Pellegrino
(Presidente della Commissione Stragi dal 1994 al 2001)


Documento inedito

 
Nel libro ho pubblicato la testimonianza di un collaboratore dell'ufficio in via Fani 109 di cui parla il Sig. Barbaro. Dal suo racconto emergono degli elementi nuovi sui quali nessuno ha ancora fatto chiarezza.
Sarebbe interessante poter approfondire con i protagonisti > leggi <


 

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La legge c’è, la commissione no A chi fa paura lo statista Dc?
26/06/2014 - Il Tempo - Daniele Di Mario  
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La legge c’è, la commissione no A chi fa paura lo statista Dc?
A chi fa ancora paura il fantasma di Aldo Moro? La domanda è d'obbligo

A chi fa ancora paura il fantasma di Aldo Moro? La domanda è dobbligo, perché a trentasei anni dall’assassinio dello statista democristiano da parte delle Brigate Rosse non sembra che la politica voglia davvero fare chiarezza e andare fino in fondo. Oppure, dopo tanto tempo, l’argomento non interessa più tanto al Palazzo, i temi in agenda sono del resto altri.

Quanto avvenuto negli ultimi mesi sull’argomento è emblematico. Il Parlamento ha approvato la legge - primo firmatario il deputato Pd Giuseppe Fioroni - che istituisce una nuova commissione d’inchiesta sui 55 giorni che sconvolsero l’Italia tra il 16 marzo - strage di via Fani e rapimento di Moro - e il 9 maggio del 1978 - quando il cadavere del presidente della Dc fu ritrovato nel bagagliaio di una Renault 4 parcheggiata in via Caetani, a metà strada tra la sede della Dc e quella del Pci, nel giorno in cui il governo formato da Giulio Andreotti doveva presentarsi alle Camere per ottenere la fiducia con l’appoggio esterno dei comunisti, il «compromesso storico». La legge è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 26 maggio scorso, ma a un mese esatto dall’entrata in vigore nulla ancora si è mosso. I gruppi parlamentari a Palazzo Madama e a Montecitorio non hanno ancora comunicato le designazioni dei membri, né sono mai stati sollecitati a farlo dal presidente del Senato Pietro Grasso e dalla presidentessa della Camera Laura Boldrini.

La stessa genesi della commissione è stata travagliata. L’obiettivo era approvare la legge per la ricorrenza di via Fani, ma tutto è slittato di oltre due mesi. Approvata in principio dall’Aula di Montecitorio come monocamerale, la commissione è stata «raddoppiata» dal Senato che ne ha approvata una seconda, sempre monocamerale. Tra scetticismo e resistenze, è infine divenuta bicamerale.

A dimostrare un certo disinteresse nei confronti del caso Moro c’è anche l’atteggiamento del governo nei confronti dell’istituzione della commissione d’inchiesta: l’esecutivo - spalleggiato anche da un fronte parlamentare bipartisan - l’ha sempre ritenuta inutile. Sui tempi di costituzione non v’è alcuna certezza. «L’impressione è che i partiti stiano facendo melina - si spiffera in Transatlantico - Fannno finta di discutere sui nomi dei componenti per portare la vicenda a settembre e poi, magari con la scusa dei provvedimenti economici, rinviare tutto alla fine dell’anno. Il clima è tutt’altro che sereno. La cosa curiosa è che ci era scettico e reputava la commissione inutile, oggi si adopera per sabotarla. A chi fa paura una commissione inutile?».

C’è poi il capitolo relativo al segreto di Stato. Ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta , il premier Renzi ne annunciò l’eliminazione anche sugli atti del caso Moro. Ad oggi si ha avuto notizia della desecretazione di tanti dossier, ma nessuna comunicazione su quello relativo al presidente Dc. Ci sono ancora oltre 15mila documenti segreti nell’archivio del Senato. Circostanza confermata dal deputato Pd Gero Grassi, che con Marco Carra ha presentato in febbraio un’interrogazione al presidente del Consiglio per procedere alla «totale declassificazione» dei documenti relativi al caso Moro: su un totale di 54.792 pagine presso l’archivio storico del Senato, 15.343 (il 30%) sono attualmente classificate.

Gero Grassi è anche l’autore di un dossier ragionato sui «buchi neri» del caso, che raccoglie quattrocento pagine di citazioni tratte da audizioni, documenti, relazioni per il Parlamento e sentenze. Tutto pubblicato col titolo «Il Pd vuole la verità sul caso Moro» e scaricabile sul sito dei deputati Dem. Il dossier raccoglie, in collocazione sinottica, le testimonianze dei principali protagonisti che esprimono dubbi, mancanze e falsità sui principali nodi della vicenda: il ruolo di Moretti o di Casimirri, le prigioni, l’assalto di via Fani, le carte di Moro, il mancato assalto al covo brigatista.

La prima commissione parlamentare d’inchiesta fu istituita nel 1979. I lavori delle commissioni che si sono succedute hanno prodotto una trentina di relazioni e oltre 150 volumi, cui si aggiunge il materiale dei cinque processi istruiti. Quelle commissioni - alcune si sono protratte negli anni, altre sono durate pochissimo - hanno operato in regime di segreto di Stato e senza poter appurare quei coinvolgimenti dei servizi segreti di Paesi esteri oggi acclarati. Quelle commissioni d’inchiesta non hanno così potuto dare risposte a ripetuti interrogativi che oggi meriterebbero approfondimenti, anche alla luce di nuovi scoop giornalistici - veri o presunti - di indagini ancora in corso e di nuovi fascicoli d’inchiesta aperti sulle notizie nel frattempo venute a galla.

Il gruppo del Pd dice di «volere la verità». Ma anche nominare i membri della commissione è un’impresa.

Daniele Di Mario (26 giugno 2014, Il Tempo)

 

       

 

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