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Allarme del SISDe: Brigate Rosse "il ritorno"
21/06/2007 - ANSA - Redazione  
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Allarme del SISDe: Brigate Rosse "il ritorno"

ANSA, 15 giugno 2007

Occhio ai brigatisti irriducibili che tra breve usciranno dal carcere per fine pena. Insieme ad altri irriducibili già usciti potrebbero saldare un pericoloso fronte eversivo con i nuovi antagonisti ed i militanti dei centri sociali più duri.
L'allarme lo ha lanciato il direttore del Sisde, Franco Gabrielli, ascoltato per due ore dal Copaco (Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti).
 
Una dimostrazione concreta di questa possibile "fusione di estremismi vecchi e nuovi" si è avuta con la manifestazione del 3 giugno scorso all'Aquila, quando circa duecento persone hanno sfilato contro il 41 bis e si sono radunate davanti al carcere cittadino per manifestare solidarietà a Nadia Desdemona Lioce. Tra gli animatori del corteo c'era Paolo Maurizio Ferrari, uno dei capi storici delle Brigate Rosse, uscito nel 2005 dopo circa 30 anni di carcere, tra i promotori del movimento Olga (Ora di liberarsi dalle galere). E all'Aquila c'erano anche quelle che potrebbero diventare le "nuove leve" di un'altra stagione eversiva: antagonisti radicali appartenenti ai centri sociali "duri", anarchici e altri militanti, come quelli che hanno cercato lo scontro con le forze dell'ordine in occasione del corteo anti-Bush di sabato scorso a Roma.
 
A preoccupare, avrebbe proseguito il direttore del Sisde, è poi anche la prossima uscita, per fine pena, di alcuni irriducibili storici delle Brigate Rosse, tra cui - ad esempio - Cesare Di Lenardo, in carcere dal 1982, esponente della colonna veneta delle Br, condannato all'ergastolo per il sequestro del generale americano James Lee Dozier. In alcune udienze anche Di Lenardo ha espresso, insieme ad altri irriducibili, solidarietà a Mario Galesi ed ha rivendicato l'omicidio di Marco Biagi. E l'attenzione è rivolta anche ad altri brigatisti che hanno rivendicato l'omicidio D'Antona, come Fausto Marini e Tiziana Cherubini, entrambi della colonna romana.
 
Il primo è in regime di libertà ed ha fatto ricorso contro la condanna in primo grado per propaganda ed apologia sovversiva e istigazione a delinquere.
 
La seconda, condannata all'ergastolo per la rapina ad un furgone portavalori di via Prati di Papa a Roma il 14 febbraio 1987, in cui furono uccisi due poliziotti, deve scontare l'ergastolo, ma si trova ora in regime di rinvio dell'esecuzione della pena per motivi di salute. Ci sono poi anche altri irridicibili recentemente scarcerati, come Francesco Aiosa, della vecchia colonna genovese, Ario Pizzarelli, della colonna Walter Alasia e Flavio Lori, della colonna romana.
 
Il Sisde, avrebbe spiegato il direttore, tiene alta l'attenzione su tutto ciò che si muove in questo ambito di "reduci" dell'eversione, nonché sui nuovi fermenti che gravitano nell'area antagonista. E del resto, tra i 15 arrestati dell'operazione 'Tramonto' dello scorso febbraio, c'erano sia vecchie conoscenze del brigatismo che giovani attivisti. Una saldatura che si punta a contrastare. Non ci sarebbe invece un piano preordinato dall'area eversiva dietro le minacce a monsignor Bagnasco, secondo Gabrielli. Che avrebbe anche ribadito la non rilevanza dell'appunto trovato nella cella di Nadia Lioce inizialmente associato a Bagnasco.
 
ANSA, 15 giugno 2007

 

 

       

 

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