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Reggio Emilia, funerale dell’ex Br Gallinari: 4 indagati
per istigazione a delinquere
Le quattro persone avevano partecipato alla cerimonia funebre del
condannato per il sequestro e l'omicidio Moro. Le polemiche erano nate in
seguito al comportamento di alcuni presenti che avevano salutato l'ex compagno
con drappi rossi, pugni alzati e cori di Internazionale
Quattro persone sono finite indagate per istigazione a delinquere in concorso
per il funerale, a Reggio Emilia, di Prospero Gallinari, ex brigatista
condannato per il sequestro e l’omicidio di Aldo Moro. Ma per loro la Procura ha
già chiesto l’archiviazione. Si tratta degli ex br Loris Tonino Paroli e
Salvatore Ricciardi, di un giovane “No tav” Davide Mattioli, e di Sante
Notarnicola, ex della banda Cavallero. Del fatto che sono finiti sotto indagine
scrivono alcuni quotidiani locali, riportando che è stata chiesta una proroga
delle indagini dal pm Antonello Gustapane, della Procura di Bologna, cui è
affidato il fascicolo. Ma a quanto apprende l’agenzia ANSA, la richiesta di
proroga è stata solo un fatto tecnico, e per il fascicolo c’è già una richiesta
di archiviazione. A gennaio le modalità delle esequie, cui parteciparono molti
ex brigatisti, suscitarono numerose polemiche.
Gallinari, 62 anni, fu trovato morto nella sua automobile dopo un infarto. I
funerali si svolsero a Coviolo, frazione di Reggio Emilia, il 19 gennaio 2013.
Le polemiche nacquero non solo perché alla cerimonia erano presenti molti dei
reduci Br - tra loro anche Renato Curcio – che salutarono l’ex compagno
scomparso con pugni alzati, drappi rossi e cori di Internazionale, ma anche
perché nelle orazioni pronunciate in molti lessero una sorta di apologia al
terrorismo. Indignazione fu poi espressa in una lettera aperta firmata dall’ex
sindaco Graziano Delrio e dalla presidente della Provincia, Sonia Masini.
“L’unica canzone che Scalzone, Curcio e soci avrebbero dovuto cantare –
scrissero – avrebbe dovuto essere ‘Perdono’. Hanno scientemente dato vita
invece, e questo è quel che deve preoccupare tutta Italia, ad un pericoloso
quanto sciagurato tentativo di passaggio di testimone politico, dai vecchi
brigatisti ai giovani no Tav e dei centri sociali. Hanno inneggiato ad ideologie
di rivolta sociale e violenza che sono state dannose in passato per la
democrazia, la classe operaia, per una intera generazione che si era avvicinata
alla politica”. A dare il via all’inchiesta è stata una relazione della Digos
reggiana, girata dalla procura di Reggio Emilia a quella distrettuale bolognese
per la competenza su ipotetici reati legati al terrorismo.
di Redazione (Il Fatto Quotidiano, 29 novembre 2013)
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