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L’ex venerabile indica Andreotti come referente dell'Anello
un’organizzazione simile a un servizio segreto parallelo
Gelli: «Berlusconi? Un debole E Fini è un uomo senza carattere»
MILANO - «Giulio Andreotti sarebbe stato il vero “padrone” della Loggia P2?
Per carità... io avevo la P2, Cossiga la Gladio e Andreotti l’Anello». L’Anello?
«Sì, ma ne parleremo la prossima volta». Con poche parole, clamorose, l’ex
venerabile Licio Gelli individua per la prima volta nel senatore Andreotti il
referente di un’organizzazione quasi sconosciuta, un sorta di servizio segreto
parallelo e clandestino che possibile anello di congiunzione tra i servizi
segreti (usati in funzione anticomunista) e la società civile.
LA STORIA - Il settimanale Oggi, che pubblica l’intervista a Gelli nel numero
in edicola da mercoledì 16 febbraio (anche su www.oggi.it) ha chiesto un
commento ad Andreotti, che ha immediatamente fatto sapere di non voler
commentare. «L’Anello (o, più propriamente, il cosiddetto «Noto Servizio»)»,
spiega su Oggi lo storico Aldo Giannuli, già consulente della Commissione Stragi
«fu un servizio segreto parallelo e clandestino, scoperto solo di recente nel
corso della nuova inchiesta sulla strage di Brescia. Fondato nel 1944 dal
generale Roatta per i «lavori sporchi» che non dovevano coinvolgere direttamente
uomini dei servizi, subì diverse trasformazioni, scissioni e nuove entrare, per
sciogliersi definitivamente intorno al 1990-91. La storia di questo servizio si
incrocia con molte delle vicende più oscure della storia del nostro paese: da
piazza Fontana al caso Moro al caso Cirillo. Il termine Anello non compare in
alcun atto ma è citato da alcuni appartenenti all’organizzazione che si
attribuiscono il ruolo di anello di congiunzione tra i servizi segreti (usati in
funzione anticomunista) e la società civile».
«RIFAREI LA P2» - Nell’intervista a Oggi, Gelli dice anche che «se avessi
vent’anni di meno mobiliterei il popolo, bloccherei ferrovie e autostrade per
protestare contro l’ingerenza dell’Europa. Per bloccare chi vieta di esporre il
Crocifisso negli edifici pubblici». Sulla P2 dice: «La rifarei. Anche se tanto
del mio Piano di rinascita è stato realizzato. Mi sarebbero bastati altri
quattro mesi. Solo quattro. E avrei cambiato il sistema politico senza colpo
ferire». L’ex venerabile dà giudizi su Berlusconi («La sua politica non mi
piace. Si è dimostrato un debole, ha paura della minoranza e non fa valere il
potere che il popolo gli ha dato. Oggi il Paese è in una fase di stallo. Molto
pericolosa. Berlusconi è stato troppo goliardico, avrebbe dovuto dedicare più
tempo ad altri incontri, ad altre cene») e su Fini.«È un uomo senza carattere».
Alla domanda se ci siano suoi documenti segreti, magari all’estero, Gelli
risponde sibillino: «Non me lo ricordo... I servizi segreti italiani hanno
pagato per avere un mio archivio, falso, nascosto a Montevideo. 400 milioni di
vecchie lire. Una valigia piena di cartacce, giornali, inutili fogli». E nega
«nel modo più assoluto» di conservare dossier su personaggi politici.
Redazione online (Corriere.it 15 febbraio 2011)
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