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Così i servizi spiavano Pci e Msi ecco le "veline" sulle
attività degli 007
Tre documenti inediti indirizzati a Moro e trovati nell'Archivio centrale
dello Stato documentano l'attività di spionaggio nei confronti dei due partiti.
Le preoccupazioni maggiori venivano dai comunisti: "Hanno 300mila militanti
pronti all'attività eversiva"
"Ho
sempre pensato che i servizi ci spiassero e provassero a infiltrarci"
"Il
Sid sapeva tutto su di noi ma io scoprii e cacciai le loro spie" articolo "Il
Sid sapeva tutto su di noi ma io scoprii e cacciai le loro spie"
ROMA - I servizi segreti spiavano il Pci e l'Msi. Le prime prove documentali
spuntano dalle carte di Aldo Moro conservate all'Archivio centrale dello Stato
di Roma. Sono tre documenti inediti con la classifica di "segreto" datati 19
giugno '67, 5 maggio '69 e 3 marzo '70 giudicati di grande interesse storico sia
da Armando Cossutta, esponente di spicco dell'Ex Pci, sia dall'ex senatore An
Franco Servello, ex federale del Movimento sociale a Milano. In quel periodo il
servizio segreto era unico, si chiamava Sid (fondato sulle ceneri del Sifar dopo
lo scandalo De Lorenzo), era diretto dall'ammiraglio di squadra Eugenio Henke. E
spiava con regolarità comunisti e missini.
Queste tre "veline" confermano i sospetti dell'attuale presidente del Copasir,
Massimo D'Alema, sollevati di recente durante l'audizione del direttore del
servizio segreto militare Aise, generale Adriano Santini, sull'attività
spionistica dell'intelligence rivolta alla politica. Al generale Santini,
D'Alema ha chiesto se i servizi svolgano ancora oggi attività di spionaggio nei
confronti di partiti o di politici. La questione è diventata di stringente
attualità alla luce della denuncia pubblica fatta dal capogruppo Fli alla
Camera, Italo Bocchino, di essere stato pedinato in primavera dal
controspionaggio dell'Aise nella centralissima piazza romana di San Silvestro.
Ma altre presunte attività di spionaggio sarebbero avvenute - tra conferme e
smentite - nei confronti di numerosi politici, fra i quali il ministro
dell'Interno Roberto Maroni.
Durante l'audizione del generale Santini, il presidente del Copasir lo ha
invitato ad interrompere, se in corso, ogni attività di "sorveglianza" nei
confronti di esponenti di partiti. "Dalla mia esperienza politica passata -
aveva detto al direttore dell'Aise D'Alema, alludendo al suo trascorso nel
Partito comunista - so che attività di spionaggio avvenivano nei confronti del
Partito comunista. Sappia quindi che oggi, se ci fosse qualcosa che non va nei
servizi, me ne accorgerei". Le prove dei sospetti di D'Alema, almeno per quanto
riguarda l'intelligence tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta,
riemergono ora dal passato fra le carte dell'archivio dell'esponente
democristiano rapito e ucciso dalle Brigate Rosse.
La prima "velina" è datata 19 giugno 1967 e fu consegnata dall'ammiraglio
Henke a Moro allora presidente del Consiglio nel suo terzo esecutivo di
centro-sinistra. Il Sid, stando a quelle carte, monitorava "l'azione
propagandistica dell'estrema sinistra e dell'estrema destra che ha colto spunti
offerti da episodi scandalistici per creare fermenti e correnti di opinione
contro le pubbliche istituzioni". A proposito del Pci, il Sid scriveva che "in
tempo di pace tende ad acquisire il controllo delle masse attraverso una
costante alimentazione dell'odio di classe, e attivizzando le organizzazioni di
base politiche e sindacali per raggiungere una piattaforma comune per l'azione
insurrezionale". "In tempo di guerra", si legge ancora nell'appunto segreto, il
Partito comunista mira a "realizzare l'immediato condizionamento psicologico
della Nazione e del Governo contro un conflitto armato attraverso
l'esasperazione della piazza e, quindi, la strumentalizzazione dei moti popolari
per conquistare il potere o, in caso di impossibilità, per iniziare la
guerriglia". Gli 007 conoscono tutto dell'organizzazione territoriale del Pci.
Sanno che può contare su "organismi fiancheggiatori quali l'Anpi", che "si
avvale del supporto della Cgil", che ha la sua forza maggiore "nelle Regioni
rosse". Quantificano il suo bilancio annuale in "15 miliardi" di vecchie lire.
Ma soprattutto sono al corrente che all'interno del partito "esiste un
apparato clandestino dei quadri predesignati a sostituire gli organi centrali in
caso di emergenza con compiti politico-militari". Una sorta di servizio segreto
del Pci che - scrive il Sid a Moro - "può inquadrare non meno di 300 mila unità
tratte dalle leve più giovani degli iscritti e godere dell'appoggio degli altri
militanti nell'attività eversiva". Tutti fatti, questi, confermati da Armando
Cossutta, allora responsabile proprio di quel "servizio d'ordine clandestino del
Pci".
Ma i servizi di Henke spiavano anche a destra. In particolare, l'Msi di
Giorgio Almirante. Che, però, non destava allarme "ai fini di una seria azione
eversiva, sia per la scarsa consistenza numerica, sia per le finalità nazionali
che si propongono nonché per l'attuale assenza di legami con potenze straniere".
"L'Msi - è l'analisi del Sid - rilanciando tematiche ispirate a ideologie
nazionaliste, ha potuto raccogliere oltre ai superstiti quadri del fascismo,
qualche migliaio di giovani influenzati da possibilità di controbattere il
comunismo". Anche dell'Msi gli 007 conoscono tutti i segreti. Sanno che è
finanziato da ambienti industriali e imprenditoriali. Una curiosità: fra le
organizzazioni giovanili come l'Asan-Giovane Italia e il Fuan, il Sid segnala
pure "i Volontari Nazionali - Camicie Verdi utilizzata sporadicamente in compiti
di vigilanza interna". La "velina" si concludeva con una chiosa politica tutta
filogovernativa. "Oggi - scriveva il Sid - non sussistono le premesse che
facciano ritenere possibile un grave attentato alla sicurezza dello Stato.
Peraltro un evento di pericolo si potrebbe determinare in conseguenza di un
mutamento delle presenti condizioni di equilibrio interno, sostenuto dalla
formula di centrosinistra in atto".
Il secondo documento è del 5 maggio 1969 e arriva a Moro nonostante in quel
periodo non avesse incarichi: era stato messo in minoranza nella Dc dopo la fine
dell'esperimento del centro-sinistra organico. E dopo le elezioni del 1968 che
avevano sancito una consistente diminuzione di suffragi per i partiti della
coalizione. Ma l'esponente Dc seguiva attraverso le "veline" degli 007 ogni
passo dei comunisti, visto che cominciava a pensare all'allargamento al Pci, la
cosiddetta "strategia dell'attenzione". Di lì a poco (il 5 agosto 1969), sarebbe
rientrato nel governo come ministro degli Esteri nel secondo gabinetto Rumor e
avrebbe conservato quella carica quasi ininterrottamente fino al novembre 1974.
"Erano quelli - ricorda Cossutta - anni dal tintinnar di sciabole
surriscaldati dalla strage di Piazza Fontana, dal tentato attentato a Rumor
davanti alla Questura di Milano. E dallo scoppiare della guerra del Vietnam con
le maninfestazioni e i cortei antiamericani a Roma". E il Sid di Henke che
faceva? Il 5 maggio '69 un appunto intitolato "la costituzione di Brigate
capeggiate da ex comandanti partigiani" svelava a Moro che "il Pci, d'intesa con
i comunisti dell'Anpi", avrebbe deciso di costituire gruppi segreti nell'ambito
delle sezioni del partito delle principali città del Nord. Queste "Brigate
composte di 20-30 elementi di assoluta fiducia" avevano il compito di assicurare
"il servizio d'ordine in occasione di manifestazioni del Pci". "La difesa delle
sedi del partito comunista da attacchi condotti da elementi di estrema destra".
"Eventuali azioni contro sedi di partiti e gruppi di attivisti di estrema
destra". E "azioni contro le forze di polizia e le Forze Armate nel caso di
interventi in ordine pubblico ritenuti eccessivi". "Queste Brigate - aggiungeva
il Sid - dovrebbero rappresentare i primi nuclei intorno ai quali verrebbero
rapidamente costituiti più grossi reparti per reagire a un eventuale "colpo di
Stato" concordato tra le FF. AA. e le correnti di destra dei partiti di
Governo".
Il terzo documento è un appunto telegrafico del 3 marzo 1970 e fa riferimento
a una spia interna al partito comunista. "Fonte fiduciaria solitamente
attendibile - così il Sid avvertiva Moro - riferisce che la Direzione Centrale
del Pci, in coincidenza della rinuncia dell'incarico dell'onorevole Rumor, ha
disposto il piantonamento delle sedi regionali, provinciali e di zona del
partito, per tutto il periodo della durata della crisi governativa. Ha inoltre
chiesto la segnalazione della presenza, fuori ordinaria residenza, di ufficiali
dei carabinieri e della Ps". Il Pci temeva un colpo di Stato, ma i servizi
segreti spiavano ogni loro mossa. E Moro sapeva tutto.
di ALBERTO CUSTODERO (Repubblica, 19 ottobre 2010)
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