Le minacce delle Br? Se le era inviate il giornalista
È stato lo stesso destinatario delle minacce, un giornalista collaboratore
della sede genovese de il Giornale´, a scrivere il falso volantino delle Brigate
Rosse recapitato in redazione. Lo hanno accertato gli agenti della Digos di
Genova che hanno denunciato l’uomo per simulazione di reato e procurato allarme.
A confermare la notizia lo stesso capo della redazione genovese, Massimiliano
Lussana.
La lettera minatoria, scritta a mano e con una stella a cinque punte, era
stata rinvenuta la settimana scorsa sotto la porta d’ingresso della redazione
genovese del quotidiano. Conteneva minacce nei confronti della redazione, del
capo della sede Massimiliano Lussana e del giornalista collaboratore Francesco
Guzzardi, «colpevoli» di aver compiuto inchieste giornalistiche sulla Valbisagno.
Immediatamente è stata presentata una denuncia in questura e sono state
avviate le indagini che questa mattina hanno portato alla clamorosa soluzione.
Cosa è successo? Che Francesco Guzzardi avrebbe confessato agli agenti di
aver agito per far uscire allo scoperto una vicenda di minacce gravi da parte di
malavitosi e di nomadi della periferia genovese della quale lo stesso
giornalista e la sua famiglia sarebbero stati oggetto nelle scorse settimane.
Guzzardi è stato denunciato dalla Digos di Genova per simulazione di reato e
procurato allarme. Acquisiti gli atti, finirà anche sotto procedimento da parte
dell’Ordine professionale.
Il capo della redazione genovese del Giornale, Lussana, nel dichiarare il
proprio stupore per quanto emerso dall’indagine, ha voluto ringraziare «lettori
ed istituzioni per la solidarietà e la vicinanza espresse in questi giorni al
Giornale».
GUZZARDI: MINACCIATO DA MESI
«Un uomo mi perseguitava da mesi fino a quando, mentre mi trovavo insieme a
mia figlia di appena due anni e mezzo, mi ha puntato una pistola addosso
minacciandomi di morte. Questo è successo in seguito alle mie denunce della sua
attività criminale fatte sul Giornale, per cui lavoravo come collaboratore
esterno. Non avendo ottenuto riscontri di polizia ho deciso di tutelarmi con
questa lettera».
È la spiegazione fornita dal giornalista free lance Francesco Guzzardi, 49
anni, autore di una lettera minatoria contro se stesso e la redazione genovese
del quotidiano diretto da Vittorio Feltri. «Quest’uomo è uno spacciatore -
prosegue Guzzardi - Per mesi mi ha minacciato. Mia moglie non esce di casa da
due mesi. Il 5 ottobre scorso ho sporto una denuncia dai carabinieri a suo
carico, ma non c’è stato alcun esito. Così ho pensato che una falsa lettera
minatoria avrebbe spaventato l’uomo che mi perseguitava, inducendolo a
smettere».
Secondo quanto riferito da Guzzardi l’eco mediatica avuta dalla lettera
avrebbe sortito il risultato da lui sperato. Minacce e persecuzioni sarebbe
improvvisamente finite. «A quel punto mi sono autodenunciato alla digos pur
sapendo che gli inquirenti non avrebbero avuto alcuna possibilità di scoprire la
verità - ha concluso Francesco Guzzardi - Infatti per produrre la lettera ho
usato per metà un normografo e per metà ho scritto con la sinistra e certamente
sulla carta non ho lasciato impronte. Non cercavo alcun tornaconto personale, se
non quello di garantire l’incolumità a me alla mia famiglia».
(Il Secolo XIX, 25 novembre 2009)
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