Non si può mettere in scena la vita di Mara Cagol
A Chivasso stop del sindaco pdl allo spettacolo sulla brigatista:
“Non censura, ma salvaguardia” – il regista: “così veniamo criminalizzati”
Chi ha paura di Mara Cagol? La sua vita non può essere rappresentata
nel teatro civico di Chivasso. Il sindaco Bruno Matola (Pdl) ha rifiutato di
affittare la sala: "Non è censura, ma salvaguardia della sensibilità dei
cittadini da spettacoli che possono turbare".
La preoccupazione del governo di centrodestra deriva dagli incidenti che
avvennero a Chivasso il 10 luglio dell'anno scorso in occasione della
presentazione di un libro sul lavoro di Renato Curcio, il fondatore delle Br e
marito della Cagol. Ci furono contestazioni da giovani di destra, da parte di
familiari delle vittime del terrorismo, ci furono anche tafferugli con ragazzi
della sinistra.
"Ma non c'entriamo con la manifestazione di Curcio", dice Simone Capula,
regista di Fiat Lux, che con "Teatro a canone" e il centro "Paolo Otelli",
vicino a Rifondazione, ha organizzato la pièce sulla Cagol. La coincidenza,
però, è notevole: nel 2008 il capo delle Br in persona e ora la rappresentazione
teatrale sulla moglie. La donna morì nello scontro a fuoco con i carabinieri il
5 giugno 1975 sulle colline di Acqui Terme.
"Noi ricostruiamo la vita di Mara e ci fermiamo al 1975. Si ha paura di che
cosa? - insistono regista e attori -: siamo dei professionisti del teatro. Così
veniamo ostracizzati e criminalizzati. Il sindaco ci giudica senza conoscere il
testo. Oltre al danno di immagine c'è anche quello economico - aggiungono -. Ci
lavoriamo da un anno sulla base della biografia di Stefania Podda, di poesie di
Alda Merini e di canzoni di De Andrè.
L. Bor. (La Stampa, 8 settembre 2009)
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