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Il complice di Battisti: ''Intellettuale? Era un
delinquente comune''
'Nel 1981 fece scappare con sé dal carcere di Frosinone un giovane
camorrista''
''Io e lui protagonisti di tutte le malefatte dei Pac''. Lo rivela Pietro Mutti,
fondatore dei Proletari armati per il comunismo a 'Panorama'. Parla anche l'ex
fidanzata: ''Nel dirmi l'effetto che gli faceva uccidere una persona'' si accusò
dell'omicidio Santoro. Frattini: ''Mi auguro che Lula sconfessi la decisione del
suo ministro della Giustizia''
''Devo essere sincero: gli unici che sono stati protagonisti di tutte le
malefatte dei Proletari armati per il comunismo siamo io e Cesare Battisti, i
due operativi''. Pietro Mutti, 54 anni, fondatore dei Pac (ha scontato otto anni
di carcere), pentito e grande accusatore di Cesare Battisti, descrive cosi'
nella sua prima intervista, pubblicata su Panorama in edicola da domani, il suo
ex compagno di lotta armata.
''Non era un intellettuale -dice- ma un delinquente comune e cosi' si dava da
fare per meritare di restare con noi, il gruppo fondatore dei Pac, che in cambio
gli garantivamo vitto, alloggio e documenti falsi''. E aggiunge: ''Nel 1981
organizzai la fuga di Battisti dal carcere di Frosinone e lui, che del
prigioniero politico aveva poco, fece scappare con se' un giovane camorrista''.
C'e' anche chi non crede a Mutti. ''Quell'uomo si e' salvato dall'ergastolo
scaricando le responsabilita' su mio fratello'', dice a Panorama il fratello
dell'ex terrorista. Il settimanale pubblica altre testimonianze di chi e' stato
con Battisti nei Pac: ''Nella primavera del 1979 Battisti, nel dirmi l'effetto
che faceva uccidere una persona (e ''in particolare vedere uscire il sangue da
un uomo colpito'' si legge in una sentenza), fece riferimento all'omicidio
Santoro, indicando se stesso come uno degli autori'', ha testimoniato per
esempio la ex fidanzata e compagna di lotta di Battisti, Maria Cecilia B., oggi
docente universitaria. E Massimo T., ex militante dei Pac, ora stimato
professionista: ''Un giorno mi chiesero di guidare l'auto che doveva portare il
gruppo a fare una gambizzazione (quella dell'agente di custodia Claudio Nigro,
ndr). Con me c'erano Battisti e Mutti. Dopo l'azione io ero sconvolto, loro non
mi sembrava. Il nostro piu' grande errore? Pensare di avere ragione: in quel
momento avevamo gia' perso''.
Contro Battisti anche le dichiarazioni della famiglia Fatone: Sante, pentito,
la sorella Anna e la nipote Rita. Quest'ultima definita dagli amici di Battisti
''ai limiti dell’imbecillità''. ''La stessa tecnica di sempre. Che conferma lo
stile dell’uomo'' replicano a casa Fatone, dove le donne hanno paura. ''Quando
Anna e sua figlia, allora minorenne, andarono in Francia a cercare Sante
latitante, Cesare le minacciò di morte. Era il peggiore di tutti''.
Arrigo Cavallina, ideologo e tra i fondatori dei Pac, afferma al settimanale:
''Quando sento che Cesare fa la vittima dall’altra parte del mondo, mi viene da
sorridere''.
Intanto il ministro degli Esteri Franco Frattini, che ieri aveva annunciato
come la Farnesina stia valutando l'ipotesi di richiamare l'ambasciatore italiano
a Brasilia, Michele Valensise, ha detto a Sky Tg24"Mi auguro che, esercitando il
proprio potere, il presidente Lula sconfessi la decisione del suo ministro della
Giustizia", che ha concesso lo status di rifugiato a Battisti.
(ADNKronos, 2 gennaio 2009)
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