Caso Kennedy: l’esercito italiano scopre che Oswald da solo
non poteva uccidere
30 giugno 1963: John Fitzgerald Kennedy arriva in Italia, a Villa d’Este sul
lago di Como, dove alloggia per la notte: la sosta in Lombardia e’ una forma di
cortesia verso il papa appena eletto, Paolo VI, incoronato proprio quel giorno.
La mattina dopo, il primo di luglio, Jfk atterra all’aeroporto di Fiumicino, a
Roma, accolto dal presidente della Repubblica Antonio Segni.
L’uomo della ‘Nuova Frontiera’ conclude con la tappa italiana una missione in
Europa Occidentale che si era rivelata trionfale. A Berlino lo zenit, con quella
frase mutuata dall’antichita’ che aveva infiammato la piazza: Ich bin ein
Berliner, preceduta da un eloquente “Civis romanus sum”.
A Roma, Kennedy va oltre: benedice l’accordo tra Aldo Moro e Pietro Nenni che
di li’ a poco dara’ vita al primo governo di centro-sinistra in Italia, facendo
cadere il veto della Casa Bianca all’ingresso dei socialisti ‘nella stanza dei
bottoni’. Il presidente Usa conferma, poi, coglie l’occasione per confermare il
no alla proliferazione nucleare, soprattutto agli alleati occidentali.
Il 2 luglio 1963 Kennedy arriva a Napoli, dove trova una folla entusiasta, la
stessa che aveva scandito tutte le tappe del viaggio nel vecchio
continente.”Lascio l’Italia con rammarico - dira’ il presidente poche ore piu’
tardi, prima di partire - l’unica scusa per la brevita’ della mia visita e’ la
certezza del mio ritorno, la prossima volta con mia moglie”. Un arrivederci che
e’ in realta’ un addio: la vita del giovane presidente verra’ spezzata a Dallas,
il 22 novembre di quello stesso anno. La prima commissione d’inchiesta
sull’omicidio (detta Warren Commission perche’ presieduta dal giudice omonimo)
stabilira’ che il presidente era stato ucciso da un killer solitario: Lee Harvey
Oswald.
Grazie alla collaborazione del Comando Logistico dell’Esercito italiano,
l’Ansa ha potuto verificare alcuni punti salienti delle indagini sull’assassinio
negli stabilimenti dove venne prodotta la presunta arma usata dal killer, la ex
Regia Fabbrica d’Armi di Terni.
Il risultato e’ inequivocabile: Lee Harvey Oswald non poteva uccidere Kennedy
da solo.
Luigi Palamara (Melito On Line 30 giugno 2007)
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