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Data news: 23/01/2010
Argomento:
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Titolo: Nell'intervista a Signorile sul caso Moro importanti novità


Moro: Signorile rivela, morte decisa l'ultima notte
'Vorremmo sapere cosa é successo quella mattina". "vorrete dire quella notte"! "tutto si giocò nelle ultime 48 ore e poi nell'ultima notte". é questa la rivelazione che fa Claudio Signorile, all'epoca vice segretario socialista, che si attivò per salvare il leader della DC in una lunga intervista ad Alessandro Forlani che può essere ascoltata sul sito rai di grparlamento.
"Quando mi occupavo della trattativa con le BR, per il tramite di Pace e Piperno, avevo il telefono sotto controllo ed ero pedinato; se avessero voluto utilizzare le informazioni raccolte, avrebbero potuto fare qualcosa; servizi e forze dell'ordine sapevano tutto, ma l'immobilismo di cui furono protagonisti nei 55 giorni del sequestro Moro, fu una scelta". Signorile, che avvertì la Commissione Stragi di quanto fosse importante considerare il ruolo dei servizi segreti internazionali nei 55 giorni, traccia un'interpretazione generale del sequestro con diverse novità.
"Le BR rapirono Moro in autonomia, secondo una loro logica, ma senza l'intenzione di ucciderlo: ne é prova il fatto che lo interrogassero a volto coperto". "dopo pochi giorni però il sequestro cambiò di significato, natura e quindi anche conclusione".

Moro: Signorile, si giocò tutto la notte tra 8-9 maggio
Su rapimento immobilismo servizi e forze ordine fu una scelta
di Paolo Cucchiarelli
Per il rapimento di Aldo Moro "tutto si giocò nelle ultime 48 ore", anzi "nell'ultima notte", quella tra l'8 e il 9 maggio del 1978. É questa la rivelazione che fa Claudio Signorile, all'epoca vice segretario socialista, che si attivò per salvare il leader della DC, rapito dalle Brigate Rosse, in una lunga intervista ad Alessandro Forlani che può essere ascoltata sul sito rai di grparlamento.
Quindi, per Signorile tutto precipitò nella notte tra l'8 e il 9 di maggio. "quando mi occupavo della trattativa con le BR, per il tramite di Pace e Piperno, avevo il telefono sotto controllo ed ero pedinato; se avessero voluto utilizzare le informazioni raccolte, avrebbero potuto fare qualcosa; servizi e forze dell'ordine sapevano tutto, ma l'immobilismo di cui furono protagonisti nei 55 giorni del sequestro moro, fu una scelta".
Signorile, che avvertì la Commissione Stragi di quanto fosse importante considerare il ruolo dei servizi segreti internazionali nei 55 giorni, traccia un'interpretazione generale del sequestro con diverse novità. "Le BR rapirono moro in autonomia, secondo una loro logica, ma senza l'intenzione di ucciderlo: ne é prova il fatto che lo interrogassero a volto coperto". "Dopo pochi giorni però il sequestro cambiò di significato, natura e quindi anche conclusione".
Molti i particolari che Signorile racconta sulla trattativa da lui condotta, per fermare l'esecuzione. "Il 9 maggio il presidente della Repubblica Leone doveva firmare un provvedimento di clemenza a favore di Alberto Buonoconto, che sarebbe stato trasferito in un carcere più vicino ai familiari". "Quella stessa mattina il presidente del Senato Fanfani avrebbe pronunciato un discorso alla direzione DC, che di fatto avrebbe aperto una crisi politica e forse anche di governo, perchè dalla linea della fermezza, condivisa col PCI, la DC passava a quella della trattativa, proposta dal PSI". "So per certo che l'8 maggio due importanti uomini politici salirono al Qquirinale, per convincere Leone a non firmare". Come é noto, non ci fu bisogno di nessuna di queste mosse, perché la mattina del 9 Moro fu ucciso.
"Non credo che ci fosse bisogno di dare a Moretti l'ordine di agire, perché i brigatisti sapevano già cosa fare; certo c'erano delle persone sopra Moretti, che non sono mai state scoperte". "Il mio più grande rimorso é quello di non aver insistito di più con Fanfani nel nostro incontro del 6 maggio, perché facesse subito una dichiarazione netta, che ponesse fine alla linea della fermezza".
Signorile rivela anche, per la prima volta, un importante particolare, cioè il fatto che la notizia della morte di Moro si diffuse prima della telefonata di Morucci al professor Tritto, a mezzogiorno e dieci. "Cossiga mi chiamò al Viminale, per prendere un caffé insieme, e io mi stupii, perché non avevamo un rapporto di grande consuetudine". "Dopo pochi minuti che ero nella sua stanza, erano le 10 e mezzo- 11, sentiamo l'altoparlante della centrale operativa, annunciare che la nota personalità era stata ritrovata al centro di Roma".
Signorile però ritiene capziosa la ricostruzione fatta da alcuni giornalisti, che attribuiscono in quell'occasione a Cossiga la frase:"mi hanno fregato".
Fonte ANSA