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vuoto a perdere

    

 

 
 
Data: 28/05/2007
Intervista a: Vladimiro Satta
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Data: 08/08/2007 - Commento di monachus

  Ho letto i due libri di Satta e quasi tutto quello finora scritto sull'omicidio di Aldo Moro. Non concordo sull'assenza di "zone d'ombra" (o di misteri) sul rapimento e poi sull'uccisione. Già il solo fatto che il commando comprendeva almeno i due motociclisti e che finora non sia stato possibile identificarli non è un aspetto marginale. Ma anche l'analisi dei testi di Moro, pone problemi e lascia aperte delle interpretazioni diverse da quelle di Satta. Ad esempio il fatto che Moro ringrazi i brigatisti per la "liberazione" è stato rilevato da molti, ma non ben chiarito da Moretti e dai tre che tenevano Moro sotto chiave. Vorrei segnalare che l'assenza di una prova o di un indizio, non prova che l'evento non sia avvenuto. In biologia o in cosmologia si può inferire qualcosa senza materialmente avere prova dell'evento e senza nemmeno poterlo riprodurre in laboratorio. Chi ricorda le affermazioni di Piccoli sui nastri delle registrazioni dell'interrogatorio di Moro o quelle di alcuni collaboratori di Moro sulle "minacce" di Kissinger? Non sono state approfondite, ma non sono esattamente "nulla". Infine: a tanti anni dall'evento, sarebbe sensato che brigatisti, magari scrivendo un bel libro seguito da interviste sui diversi canali televisivi, svelassero alcune inezie: chi incontrava Moretti a Firenze, chi erano i motociclisti, chi uccise la scorta di Moro. Mentre Andreotti, Cossiga e chi stava dall'altro lato della trattativa potrebbero fare del loro meglio. Ma temo che non andrà così.


  

Data: 04/06/2007 - Commento di elvis

 

Non sono d'accordo con quanto dice Satta.

Il suo è chiaramente un libro a tema. La qualità del libro deriva dal fatto che l'autore è uno dei pochi che hanno scritto sul caso Moro che ha potuto consultare le carte della commissione stragi. Cosa che credo neanche i consulenti della commissione stragi, che pure hanno scritto diversi libri, hanno potuto fare, se non altro per la quantità di tempo che richiede la lettura e lo studio di tutti i documenti.

Ricordiamoci in primo luogo che chi volesse verificare le sue tesi non può farlo, perché l'archivio tuttora non è aperto al pubblico, e inoltre che Satta era pagato dal Senato per fare tutt'altro lavoro. Ha invece comodamente potuto trascorrere giornate intere per dedicarsi ai suoi due libri: tutto a spese del Senato e dei contribuenti. Per quanto riguarda il merito è facile scrivere un libro a tesi preordinata dal momento che la documentazione che si può citare è sterminata e le testimonianze sono le più contrastanti, basta adottare quelle che sostengono la propria visione scartando tutto quanto non è in linea con il ragionamento. Questo sia in un senso che in un altro. Solo quando tutti potranno accedere alle carte delle stragi tutti saranno in grado di valutare il lavoro di Satta.

Mi meraviglia che tanti professori si siano affrettati a dichiararne la serietà. Lo hanno fatto sulla fiducia. La sua teoria che non esistono misteri è semplicemente ridicola.

A Satta chiederei per esempio se il suo libro presuppone anche la conoscenza e la consultazione delle carte riservate e segrete della Commissione stragi.