Al traguardo degli 80 anni, il Presidente Emerito della Repubblica
Francesco Cossiga, che i più ricorderanno per la brillante gestione del Ministero dell’Interno all’epoca del caso Moro, è diventato un loquace interlocutore del giornalista Aldo Cazzullo al quale nel giro di poco più di sei mesi ha concesso ben due interviste incentrate sul periodo più buio della nostra storia contemporanea: i cosiddetti anni di piombo.
Nella
prima intervista si ricordano “i mille comunisti che conoscevano la prigione di Aldo Moro”, la convinzione che “il falso comunicato del Lago della Duchessa fu una mossa per salvare Moro”, e che “Igor Markevic, il musicista, ospitò probabilmente nella sua casa di Firenze la riunione in cui fu decisa la morte di Moro”. E questo solo per citare le principali esternazioni dell’ex ‘picconatore’.
In questa
nuova intervista, invece, al caso Moro è dedicata solo una riflessione con la quale, in maniera netta e per l’ennesima volta, Cossiga non smentisce le dichiarazioni di Steve Pieczenik (senza tuttavia confermarle esplicitamente).
Ma l’Emerito si spinge a riflessioni importanti anche su altre vicende. Tangentopoli che sarebbe stata innescata con la complicità di USA e Cia. A dire il vero un’analisi molto seria che attribuirebbe agli americani l’innesco dello scandalo per favorire il ricambio di una classe politica che ormai si reggeva sul sistema del finanziamento ai partiti, non più utile all’alleato in un’ottica post caduta del ‘Muro’ l’avevo già letta e, pertanto, non parrebbe neanche una novità assoluta.
La strage di Bologna attribuita ad un errore dei palestinesi ma escludendo il ruolo degli americani ipotizzatoinvece da Carlos in una recente
intervista all’ANSA . La stima per D’Alema e l’inconsistenza di Veltroni, per concludere ai figli attivi in politica, uno di sinistra e l’altro di destra al quale si dichiara più vicino.
Mi sorge una domanda, anzi due.
Perché Cossiga sta togliendo dal cellophane, in diversi momenti, piccoli pezzi di antiquariato senza far capire esplicitamente se si tratta di un originale Luigi XVI o più modestamente di una vecchia sedia in legno massiccio come tante ancora si trovano nella casa della vecchia nonna?
L’Emerito sta mandando piccoli messaggi per far intendere ai destinatari che tra un po’ saranno travolti dai loro stessi segreti e lui potrà fregiarsi della classica “io l’avevo già detto”? Oppure, al contrario, sta contribuendo a “mischiare sempre lo vero con lo falso acciocchè nessuno sappia più quale è lo vero e quale è lo falso”?
Non ci resta che aspettare la prossima puntata. Sperando di non dover attendere altri sei mesi…