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L´ex terrorista condannato per gli attentati anti-islamici
Nove anni e nove mesi di carcere: è un conto salatissimo, quello che la giustizia presenta a Roberto Sandalo, che i conti sembrava averli già chiusi vent´anni fa, pentendosi e collaborando allo smantellamento della sua organizzazione terroristica, Prima Linea. Ieri, in rito abbreviato, il giudice dell´udienza preliminare Marco Alma è andato oltre la richiesta di pena del pubblico ministero Maurizio Romanelli, che aveva chiesto otto anni e otto mesi. Al fondatore del "Fronte cristiano combattente", riconosciuto colpevole di dieci attentati contro moschee e altri obiettivi islamici tra l´estate del 2007 e i primi mesi del 2008, è stata contestata anche l´aggravante dell´odio razziale. Oltre ai reati di danneggiamento, porto e detenzione di esplosivi, incendio colposo. Ed è stata riconosciuta la recidiva per i reati già commessi in passato, tra i quali alcune rapine nell´Astigiano. «Non ci può essere alcuna benevolenza nei confronti di un soggetto che delinque da trent´anni», commenta Sandro Clementi, avvocato del centro Islamic Relief, colpito da una bomba incendiaria di Sandalo ed equiparato dall´ex terrorista, durante l´udienza di ieri, a un covo di fondamentalisti islamici. Con un foulard tricolore al collo, una croce disegnata sul giubbotto e una stella di Davide sul braccio, Sandalo ha vestito i panni del giustiziere dell´Occidente minacciato dai musulmani. «Manca un imputato, qui: Magdi Allam», ha detto, riferendosi al giornalista convertito dall´Islam al cattolicesimo. Ha citato poi la scrittrice Oriana Fallaci, l´ex direttore del Sismi Niccolò Pollari («un patriota»), e i cristiani vittime dei fondamentalisti. Quindi ha lanciato segnali, nel suo stile, adombrando complotti e torbide trame: «Come mai, pur essendo stato individuato da tempo, sono stato lasciato libero di agire per mesi e sono stato arrestato solo tre giorni prima delle elezioni?». Infine si è lamentato delle infezioni intestinali che avrebbe contratto in carcere, causate, a suo dire, da chi gli porta il vitto: sarebbe di origine islamica e per questo gli avvelenerebbe i pasti con escrementi di topo. Il complice di Sandalo, Maurizio Peruzzi, chimico piacentino che lo aiutava a confezionare le pipe-bomb, ha invece patteggiato ieri quattro anni. Ora saranno i giudici civili a stabilire in quale misura dovranno essere risarcite le sue vittime. L´avvocato Franco Aloi, che assiste il centro islamico di Segrate, parla di «sentenza equilibrata», Abdul al-Sabur Turrini, della Coreis, acronimo per "comunità religiosa islamica", ritiene che con la decisione di ieri si sia scongiurato il rischio di emulazione di quegli attentati. «Noi siamo una realtà impegnata da vent´anni nel dialogo con ebrei e cristiani. L´odio antislamico rischia di equipararci agli eversivi ed è un´operazione pericolosissima». Davide Carlucci (La Repubblica 6 novembre 2008 - Ed. Milano)
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