«C’è una solidarietà allarmante alle Br»
«Rilevo un’allarmante solidarietà, sempre più aperta nei
confronti delle Brigate Rosse e del terrorismo in genere».
A parlare è Olga Di Serio, deputata di Sinistra democratica, e la moglie di
Massimo D’Antona, il professore collaboratore del ministero del Lavoro,
assassinato dalle Brigate Rosse nel 1999.
Così quello che potrebbe sembrare uno dei tanti allarmi assume una forza enorme.
Un allarme nel giorno in cui viene reso noto il nuovo allerta dei servizi
segreti sulle Br e nel giorno in cui il Parlamento vara la riforma dei servizi.
Onorevole, il suo è un allarme che deve far riflettere…
«Purtroppo devo constatare che all’interno di piccole frange associative che
fanno riferimento a determinati centri sociali ci sono manifestazioni che
esprimono la loro solidarietà nei confronti dei brigatisti. Un fenomeno che
ritengo assuma aspetti davvero preoccupanti e debba far riflettere».
Si riferisce, forse, alle manifestazioni davanti alle carceri di L’Aquila e
Padova? «Appunto. Sto notando alcune manifestazioni rappresentate in modo sempre
più plateale che dimostrano la loro solidarietà nei confronti di chi è detenuto
per fatti riguardanti il terrorismo brigatista. Vere e proprie manifestazioni
con tanto di slogan, alle volte molto violente, inneggianti alla lotta armata. E
ritengo che questo sia allarmante.
Però terrei a fare una precisazione…» Prego… «Bisogna
evitare le strumentalizzazioni perché altrimenti facciamo un regalo indebito a
quelle organizzazioni che effettivamente sono eversive. Il rischio è di spingere
verso associazioni border line chi nei fatti non lo è. Per questo quando
parliamo di queste organizzazioni dobbiamo distinguere tra chi è effettivamente
solidale con i brigatisti e chi, invece, pone semplicemente una questione di
sensibilità umana e di tutela dei diritti umani soprattutto nei confronti di
quei detenuti che vivono in difficili condizioni».
Però non negherà che proprio gli ambienti della sinistra sono quelli più
solidali con le Br… «Ad essere sincera nelle manifestazioni di Padova e l’Aquila
non ho notato alcuna presenza che potesse ricondurre ad esponenti politici di
sinistra. Anzi l’unica presenza in questo senso, un iscritto di Rifondazione
Comunista, è stato punito con l’espulsione dal partito. Non penso, quindi, che
all’interno dei partiti di sinistra esistano rappresentati in Parlamento che
siano conniventi con il mondo delle Br».
Sarà, ma sono dei senatori della sinistra radicale che hanno chiesto al ministro
Mastella di intervenire sul caso Blefari… «Non voglio entrare nel merito di
questa vicenda. Non conosco la situazione e quindi non esprimo giudizi a priori.
Voglio solo far notare che a sinistra c’è sempre stata una particolare
sensibilità nei confronti di chi sta in carcere. Si tratta di rispetto per i
diritti umani e della persona».
Ma come «vittima» delle Br non si sente ferita da questa eccessiva sensibilità
dei suoi colleghi? «Le ripeto, non ho intenzione di prendere posizione su cose
che non conosco, non avendo mai incontrato la signora Blefari. So che da tempo
le sue condizioni sia psichiche che fisiche non sono ottimali, ma da parte mia
non c’è alcun accanimento e non sta a me dare giudizi. Saranno le autorità
competenti a valutare se esistano motivi validi per una modifica del regime
carcerario. Quello che è evidente è che il 41bis è un dispositivo molto duro e
penoso che provoca dolore ma altrettanto dolore è stato causato alle vittime».
Se non vuole giudicare i suoi colleghi, che idea si è fatta dell’operato del
governo? «Penso che il governo fino ad ora abbia operato con attenzione ed
impegno per debellare la minaccia terroristica, sia islamica che brigatista. Per
la prima volta sono stati effettuati dodici arresti preventivi, penso che si
tratti di un caso storico. Ma credo che non basterà comunque».
In che senso? Ritiene che l'Italia abbia ancora un problema Br? «Purtroppo penso
di sì. Si tratta di un fenomeno che non si deve mai sottovalutare. Alla fine
bastano due persone armate per uccidere un uomo. La verità è che anche se il
governo è riuscito ad inferire un duro colpo al terrorismo non è tale da
debellarlo completamente. La vigilanza deve sempre essere mantenuta molto alta».
di DARIO CASELLI - Il Tempo 02/08/2007