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Allarme del SISDe: Brigate Rosse "il ritorno" ANSA, 15 giugno 2007
Occhio ai
brigatisti irriducibili che tra breve usciranno dal carcere per fine pena.
Insieme ad altri irriducibili già usciti potrebbero saldare un pericoloso
fronte eversivo con i nuovi antagonisti ed i militanti dei centri sociali più
duri.
L'allarme lo ha lanciato il direttore del Sisde,
Franco Gabrielli, ascoltato per due ore dal Copaco (Comitato parlamentare di
controllo sui servizi segreti).
Una dimostrazione concreta di questa possibile
"fusione di estremismi vecchi e nuovi" si è avuta con la manifestazione del 3
giugno scorso all'Aquila, quando circa duecento persone hanno sfilato contro
il 41 bis e si sono radunate davanti al carcere cittadino per manifestare
solidarietà a Nadia Desdemona Lioce. Tra gli animatori del corteo c'era Paolo
Maurizio Ferrari, uno dei capi storici delle Brigate Rosse, uscito nel 2005
dopo circa 30 anni di carcere, tra i promotori del movimento Olga (Ora di
liberarsi dalle galere). E all'Aquila c'erano anche quelle che potrebbero
diventare le "nuove leve" di un'altra stagione eversiva: antagonisti radicali
appartenenti ai centri sociali "duri", anarchici e altri militanti, come
quelli che hanno cercato lo scontro con le forze dell'ordine in occasione del
corteo anti-Bush di sabato scorso a Roma.
A preoccupare, avrebbe proseguito il direttore
del Sisde, è poi anche la prossima uscita, per fine pena, di alcuni
irriducibili storici delle Brigate Rosse, tra cui - ad esempio - Cesare Di
Lenardo, in carcere dal 1982, esponente della colonna veneta delle Br,
condannato all'ergastolo per il sequestro del generale americano James Lee
Dozier. In alcune udienze anche Di Lenardo ha espresso, insieme ad altri
irriducibili, solidarietà a Mario Galesi ed ha rivendicato l'omicidio di Marco
Biagi. E l'attenzione è rivolta anche ad altri brigatisti che hanno
rivendicato l'omicidio D'Antona, come Fausto Marini e Tiziana Cherubini,
entrambi della colonna romana.
Il primo è in regime di libertà ed ha fatto
ricorso contro la condanna in primo grado per propaganda ed apologia
sovversiva e istigazione a delinquere.
La seconda, condannata all'ergastolo per la
rapina ad un furgone portavalori di via Prati di Papa a Roma il 14 febbraio
1987, in cui furono uccisi due poliziotti, deve scontare l'ergastolo, ma si
trova ora in regime di rinvio dell'esecuzione della pena per motivi di salute.
Ci sono poi anche altri irridicibili recentemente scarcerati, come Francesco
Aiosa, della vecchia colonna genovese, Ario Pizzarelli, della colonna Walter
Alasia e Flavio Lori, della colonna romana.
Il Sisde, avrebbe spiegato il direttore, tiene
alta l'attenzione su tutto ciò che si muove in questo ambito di "reduci"
dell'eversione, nonché sui nuovi fermenti che gravitano nell'area antagonista.
E del resto, tra i 15 arrestati dell'operazione 'Tramonto' dello scorso
febbraio, c'erano sia vecchie conoscenze del brigatismo che giovani attivisti.
Una saldatura che si punta a contrastare. Non ci sarebbe invece un piano
preordinato dall'area eversiva dietro le minacce a monsignor Bagnasco, secondo
Gabrielli. Che avrebbe anche ribadito la non rilevanza dell'appunto trovato
nella cella di Nadia Lioce inizialmente associato a Bagnasco.
ANSA, 15 giugno 2007
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