In via Fani il
presidente Usa paragonato allo statista della Dc
Napolitano: "Profanazione che suscita allarme e vigilanza"
Scritta contro Bush sulla lapide di Moro
Condanna da tutto il mondo politico
Marini e
Bertinotti sdegnati: "Un atto di ignoranza e inciviltà"
Cossiga: "Il governo è il mandante morale e politico del gesto"
ROMA - Una scritta che fa fare alla
storia un cortocircuito di trent'anni: "Bush uguale Moro", ha tracciato
qualcuno sulla lapide che, in via Mario Fani, ricorda il sequestro del leader
della Democrazia cristiana e l'uccisione di cinque uomini della sua scorta.
Scritta cancellata, a tempo di record, dall'Ufficio decoro urbano del comune.
Ma quel che non può essere cancellato è il gesto in sé, ma che deve suscitare
"allarme e vigilanza", ha commentato il presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano, indignato per una profanazione da collegare a "irresponsabili gruppi
minoritari". Una piena condanna da un atto pensato per alzare le tensione.
E che in un certo senso pare riuscirci, a sentire il commento del senatore a
vita Francesco Cossiga, secondo il quale la scritta "esprime bene lo spirito che
anima le manifestazioni contro Bush organizzate con l'approvazione del
Presidente della Camera Fausto Bertinotti, da Rifondazione Comunista e dalla
sinistra alternativa". L'ex presidente della Repubblica rincara poi la dose
definendo il governo "mandante politico e morale dell'infame gesto".
Da tutto il mondo politico sono arrivate fin da subito (fin da quando si pensava
che la lapide imbrattata fosse quella in via Caetani) parole dure contro
l'infelice paragone Bush-Moro. Il premier Romano Prodi si è detto profondamente
indignato per un "gesto indegno che offende il sentimento mio e di tutti i
cittadini italiani. Una profanazione che dimostra solo la miseria morale di chi
l'ha compiuta".
"Un atto incivile e imbecille - ha detto il
presidente del Senato Franco Marini - che suscita sdegno e merita la più ferma
condanna come la minaccia al Presidente della nazione americana alleata
insostituibile per il nostro Paese e per tutta l'Europa". Gli fa eco il
presidente della Camera, Fausto Bertinotti, che parla di una "insopportabile
dose di ignoranza nel gesto che ferisce e colpisce ogni forma di memoria di
uomini e di storie".
"Una profanazione inqualificabile e vergognosa che dimostra soltanto la miseria
morale e umana di chi l'ha perpetrata", ha sottolineato Piero Fassino. E il
leader dell'Udc Pierferdinando Casini ha parlato di "un triste segno dei tempi
in una giornata molto particolare per la nostra nazione", assicurando che "non
prevarrà oggi una perversa ideologia terroristica come non ha prevalso ieri".
"E' un gesto indegno, vile e inqualificabile che offende tutti noi a la nostra
democrazia", ha commentato il presidente dei Verdi e ministro dell'Ambiente,
Alfonso Pecoraro Scanio. Così come il ministro della Giustizia Clemente Mastella:
"Un atto spregevole e indegno, un gesto vergognoso che offende tutti i cittadini
italiani".
Il sindaco di Roma Walter Veltroni ha condannato, a nome della città, un "gesto
criminale e vergognoso" che profana "la memoria di uno statista ucciso dalla
mano assassina del terrorismo".
Polemico il leghista Roberto Calderoli: "Chi ha seminato vento oggi raccoglie
tempesta, del resto non poteva accadere diversamente, non si può portare ex
terroristi nel palazzo e poi pretendere che la democrazia non inizi a
scricchiolare". Mentre secondo Sandro Bondi, coordinatore di Forza Italia, "si
prova un sentimento di vergogna e di tristezza di fronte all'abiezione morale da
cui scaturiscono questi atti che possono avvenire soltanto in Paese come
l'Italia".
9 giugno 2007