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Rognoni: «Montenevoso, mistero italiano che non esiste»
17/06/2010 - Il Giornale - Redazione
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Ultime sul caso Moro.
Rognoni: «Montenevoso, mistero italiano che non esiste»
L'ex ministro dell'Interno: «Nessun complotto sul covo delle Br. Non ci sono documenti segreti»

Il ritrovamento a distanza di anni di documenti di Aldo Moro nel covo delle Br di via Montenevoso a Milano? «Un mistero italiano che non esiste».
È tranciante l'ex vicepresidente del Csm ed ex ministro dell'Interno Virginio Rognoni intervenendo alla presentazione del libro del procuratore aggiunto di Milano Armando Spataro «Ne valeva la pena» (Laterza) in cui si parla diffusamente dell'episodio dell'arresto, nell'ottobre del '78, dei componenti della colonna Walter Alasia, oggetto di polemiche per il ritrovamento, 12 anni dopo di parte dei documenti dell'interrogatorio del presidente della Dc.

«Perchè abbandonare le ipotesi più semplici, più elementari - ha detto Rognoni ricordando come i documenti furono scoperti dopo il dissequestro dell'appartamento dietro un intercapedine dal proprietario nel corso di lavori di ristrutturazione - per arrovellarsi su ipotesi complottistiche che sono straordinariamente complicate?». Gli ha fatto eco il pm Ferdinando Enrico Pomarici, titolare dell'inchiesta che portò agli arresti di via Montenevoso.

«La teoria che ci fossero altri documenti segreti fatti rinvenire successivamente - ha spiegato - aveva come oggetto un conflitto tutto politico tra l'onorevole Craxi e l'onorevole Andreotti. Il primo sosteneva una strategia in base alla quale si doveva trovare un accordo con le Brigate rosse per salvare la vita all'onorevole Moro. Andreotti, invece, aveva portato avanti il discorso della non trattativa con le Brigate Rosse. È una balla colossale che quei documenti fossero stati asportati perchè costituivano un atto di accusa nei confronti della Democrazia cristiana e poi fatti ritrovare».

«I documenti che furono trovati anni dopo erano infatti solamente una copia di quelli che furono trovati subito», ha concluso.

di Redazione (Il Giornale, 17 giugno 2010)