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Presidente vogliamo giustizia
16/05/2007 - La Stampa - Giovanni Berardi
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Presidente vogliamo giustizia

Lettera aperta delle vittime del terrorismo a Napolitano. «Via il segreto di Stato anche sugli omicidi di Moro, D’Antona, Biagi».
Troppe polemiche e tentativi di beffa

GIOVANNI BERARDI*

Presidente, intendo ringraziarLa per la solidarietà espressa nella lettera alle Vittime del terrorismo nel Giorno della Memoria, appena promulgato dal nostro Parlamento, dopo trent’anni. Parole di grande conforto e aiuto per la nostra missione volta a non dimenticare chi ha pagato di persona la sua fedeltà ai valori e ai principi delle istituzioni repubblicane dell’Italia libera.

Ma, purtroppo, anche in questa circostanza ci sono state polemiche, sulla data, c’era chi non voleva il 9 maggio (fu ucciso Moro, 1978): un fatto che denota ancora strumentalizzazioni e divisioni che alcuni vorrebbero fare delle vittime. Si è ventilata l’ipotesi che questo «regalo» alle Vittime e alle loro associazioni fosse merce di scambio per poter poi ottenere il silenzio su una malaugurata ipotesi di chiusura e di amnistia per gli efferati reati commessi da esecutori e mandanti. Noi non saremo mai merce di scambio.

Inoltre ci ha colpito l’ennesimo tentativo di beffare le nostre richieste di verità e giustizia, tra cui l’abolizione del segreto di Stato su reati di terrorismo e di eversione. Ma qualcuno propone di toglierlo solo fino al 1977. Un’offesa: Aldo Moro, gli uomini della scorta furono uccisi nel 1978, e gli anni di piombo sono proseguiti con gli omicidi di D’Antona, Biagi, dell’agente Petri.

Siamo preoccupati: gli ultimi arresti per ricostituzione delle Br sono di pochi mesi fa. Nonostante i moltissimi allarmi da noi lanciati, si permettono pulpiti a ex terroristi o a Renato Curcio per presentare testi che suonano come incitazioni alla lotta armata. Senza contare le ambiguità delle affermazioni sull’estradizione del pluriomicida Battisti.

Siamo angosciati dalle affermazioni pubbliche di personaggi di rilievo istituzionale, come l’ex giudice Priore o l’ex Capo dello Stato Cossiga, il senatore a vita Andreotti, i quali dichiarano con leggerezza: «Non tutto è stato chiarito». Personaggi che dicono e non dicono, che alludono...

Due commissioni parlamentari di diverso colore sul caso Moro e Mitrokhin, presiedute dagli onorevoli Pellegrino e Guzzanti, sono arrivate alla stessa conclusione, insabbiate per il segreto di Stato, senza essere riuscite ad approfondire i legami nazionali e internazionali del terrorismo di ogni colore, come dimostra, per esempio, la vicenda dei missili detenuti dal terrorista Pifano. E che dire dei legami di gruppi terroristici con il fronte per la liberazione della Palestina? Sono da chiarire i legami coi servizi segreti come la Stasi o i servizi bulgari, ungheresi, che hanno reso pubblici i loro documenti segretati. Vanno indagati i tanti viaggi in Francia dell’allora superlatitante Moretti.

Noi lotteremo per la verità. Non siamo forcaioli e vendicativi, vogliamo dare un forte contributo ai valori e ai principi quali fondamenta della nostra comunque amata Italia.

Reverenti, Le chiediamo il suo interessamento, per pungolare le istituzioni democratiche del nostro Paese ad attivarsi per fare finalmente luce su La Notte della Repubblica, come l’ha definita Zavoli.

*Segretario dell’Associazione italiana vittime del terrorismo