Presidente vogliamo giustizia
Lettera aperta delle vittime del terrorismo a
Napolitano. «Via il segreto di Stato
anche sugli omicidi di Moro, D’Antona, Biagi».
Troppe polemiche e tentativi di beffa
GIOVANNI BERARDI*
Presidente, intendo ringraziarLa per la
solidarietà espressa nella lettera alle Vittime del terrorismo nel Giorno della
Memoria, appena promulgato dal nostro Parlamento, dopo trent’anni. Parole di
grande conforto e aiuto per la nostra missione volta a non dimenticare chi ha
pagato di persona la sua fedeltà ai valori e ai principi delle istituzioni
repubblicane dell’Italia libera.
Ma, purtroppo, anche in questa circostanza ci sono state polemiche, sulla data,
c’era chi non voleva il 9 maggio (fu ucciso Moro, 1978): un fatto che denota
ancora strumentalizzazioni e divisioni che alcuni vorrebbero fare delle vittime.
Si è ventilata l’ipotesi che questo «regalo» alle Vittime e alle loro
associazioni fosse merce di scambio per poter poi ottenere il silenzio su una
malaugurata ipotesi di chiusura e di amnistia per gli efferati reati commessi da
esecutori e mandanti. Noi non saremo mai merce di scambio.
Inoltre ci ha colpito l’ennesimo tentativo di beffare le nostre richieste di
verità e giustizia, tra cui l’abolizione del segreto di Stato su reati di
terrorismo e di eversione. Ma qualcuno propone di toglierlo solo fino al 1977.
Un’offesa: Aldo Moro, gli uomini della scorta furono uccisi nel 1978, e gli anni
di piombo sono proseguiti con gli omicidi di D’Antona, Biagi, dell’agente Petri.
Siamo preoccupati: gli ultimi arresti per ricostituzione delle Br sono di pochi
mesi fa. Nonostante i moltissimi allarmi da noi lanciati, si permettono pulpiti
a ex terroristi o a Renato Curcio per presentare testi che suonano come
incitazioni alla lotta armata. Senza contare le ambiguità delle affermazioni
sull’estradizione del pluriomicida Battisti.
Siamo angosciati dalle affermazioni pubbliche di personaggi di rilievo
istituzionale, come l’ex giudice Priore o l’ex Capo dello Stato Cossiga, il
senatore a vita Andreotti, i quali dichiarano con leggerezza: «Non tutto è stato
chiarito». Personaggi che dicono e non dicono, che alludono...
Due commissioni parlamentari di diverso colore sul caso Moro e Mitrokhin,
presiedute dagli onorevoli Pellegrino e Guzzanti, sono arrivate alla stessa
conclusione, insabbiate per il segreto di Stato, senza essere riuscite ad
approfondire i legami nazionali e internazionali del terrorismo di ogni colore,
come dimostra, per esempio, la vicenda dei missili detenuti dal terrorista
Pifano. E che dire dei legami di gruppi terroristici con il fronte per la
liberazione della Palestina? Sono da chiarire i legami coi servizi segreti come
la Stasi o i servizi bulgari, ungheresi, che hanno reso pubblici i loro
documenti segretati. Vanno indagati i tanti viaggi in Francia dell’allora
superlatitante Moretti.
Noi lotteremo per la verità. Non siamo forcaioli e vendicativi, vogliamo dare un
forte contributo ai valori e ai principi quali fondamenta della nostra comunque
amata Italia.
Reverenti, Le chiediamo il suo interessamento, per pungolare le istituzioni
democratiche del nostro Paese ad attivarsi per fare finalmente luce su La Notte
della Repubblica, come l’ha definita Zavoli.
*Segretario dell’Associazione italiana vittime del terrorismo