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Il complice di Battisti: ''Intellettuale? Era un
delinquente comune'' ''Devo essere sincero: gli unici che sono stati protagonisti di tutte le malefatte dei Proletari armati per il comunismo siamo io e Cesare Battisti, i due operativi''. Pietro Mutti, 54 anni, fondatore dei Pac (ha scontato otto anni di carcere), pentito e grande accusatore di Cesare Battisti, descrive cosi' nella sua prima intervista, pubblicata su Panorama in edicola da domani, il suo ex compagno di lotta armata. ''Non era un intellettuale -dice- ma un delinquente comune e cosi' si dava da fare per meritare di restare con noi, il gruppo fondatore dei Pac, che in cambio gli garantivamo vitto, alloggio e documenti falsi''. E aggiunge: ''Nel 1981 organizzai la fuga di Battisti dal carcere di Frosinone e lui, che del prigioniero politico aveva poco, fece scappare con se' un giovane camorrista''. C'e' anche chi non crede a Mutti. ''Quell'uomo si e' salvato dall'ergastolo scaricando le responsabilita' su mio fratello'', dice a Panorama il fratello dell'ex terrorista. Il settimanale pubblica altre testimonianze di chi e' stato con Battisti nei Pac: ''Nella primavera del 1979 Battisti, nel dirmi l'effetto che faceva uccidere una persona (e ''in particolare vedere uscire il sangue da un uomo colpito'' si legge in una sentenza), fece riferimento all'omicidio Santoro, indicando se stesso come uno degli autori'', ha testimoniato per esempio la ex fidanzata e compagna di lotta di Battisti, Maria Cecilia B., oggi docente universitaria. E Massimo T., ex militante dei Pac, ora stimato professionista: ''Un giorno mi chiesero di guidare l'auto che doveva portare il gruppo a fare una gambizzazione (quella dell'agente di custodia Claudio Nigro, ndr). Con me c'erano Battisti e Mutti. Dopo l'azione io ero sconvolto, loro non mi sembrava. Il nostro piu' grande errore? Pensare di avere ragione: in quel momento avevamo gia' perso''. Contro Battisti anche le dichiarazioni della famiglia Fatone: Sante, pentito, la sorella Anna e la nipote Rita. Quest'ultima definita dagli amici di Battisti ''ai limiti dell’imbecillità''. ''La stessa tecnica di sempre. Che conferma lo stile dell’uomo'' replicano a casa Fatone, dove le donne hanno paura. ''Quando Anna e sua figlia, allora minorenne, andarono in Francia a cercare Sante latitante, Cesare le minacciò di morte. Era il peggiore di tutti''. Arrigo Cavallina, ideologo e tra i fondatori dei Pac, afferma al settimanale: ''Quando sento che Cesare fa la vittima dall’altra parte del mondo, mi viene da sorridere''. Intanto il ministro degli Esteri Franco Frattini, che ieri aveva annunciato come la Farnesina stia valutando l'ipotesi di richiamare l'ambasciatore italiano a Brasilia, Michele Valensise, ha detto a Sky Tg24"Mi auguro che, esercitando il proprio potere, il presidente Lula sconfessi la decisione del suo ministro della Giustizia", che ha concesso lo status di rifugiato a Battisti.
(ADNKronos, 2 gennaio 2009)
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