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SCALZONE: PISTAROLI DA POSTRIBOLO, CHIEDANO A PRODI
28/03/2008 - Apcom - Apcom
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SCALZONE: PISTAROLI DA POSTRIBOLO, CHIEDANO A PRODI
"Autop interrogò leader dc? Siamo a capolinea paranoia"

Milano, 27 mar. (Apcom) - "Ormai siamo al capolinea della paranoia. Questi pistaroli da postribolo potrebbero chiedere a Prodi chiarimenti sui tavolini che ballano e non a noi altri". Parla Oreste Scalzone, l'ex leader di Autonomia Operaia interpellato da Apcom in merito al contenuto delle rivelazioni dell'ultimo numero del settimanale Panorama.

A condurre il "processo" ad Aldo Moro nella "prigione del popolo" non furono i brigatisti rossi che avevano partecipato all'azione di via Fani, ma gruppi diversi, tra cui probabilmente anche qualche dirigente di Autonomia operaia, scrive il settimanale citando una relazione del Cesis che riferiva della conversazione intercettata tra due brigatisti in carcere. Gli stessi dirigenti di Autop una volta terminati gli interrogatori, presero in consegna le bobine con le dichiarazioni del prigioniero. Sino a oggi era solo un'ipotesi, per quanto fondata, aggiunge Panorama che conclude: "Ora diventa una certezza, alla luce di un altro dei tanti documenti secretati che la magistratura non ha mai potuto utilizzare". "La dietrologia, la spiegazione dei fatti come complotto, marionette e pupari dimostra il processo di decerebrazione umana perchè la ricerca di una causalità ad ogni costo e per tutto è assurda per esempio per chi si proclama evoluzionista. Chi cerca la causalità sia creazionista e pervenga con i teocon al diavolo e al buon Dio invece che fermarsi a qualche Licio Gelli" aggiunge Scalzone.

Per l'ex leader di Autonomia, libero da oltre un anno di tornare in Italia dopo un lungo "esilio" in Francia per la prescrizione dei reati, "gli intellettuali si abbrutiscono a spacciare per dubbio ciò che non è neanche sospetto ma è contro-certezza, superstizione, stolta e paranoica. I pistaroli da postribolo chiedano chiarimenti a Prodi sui tavolini che ballano". Il riferimento di Scalzone è alla seduta spiritica nei pressi di Bologna a cui parteciparono Prodi e alcuni suoi amici e durante la quale venne fuori il nome di Gradoli come possibile luogo della prigionia di Aldo Moro.

"Per fare contenti gli idioti sarei tentato di rispondere di sì, cioè che fui io a interrogare Moro. Del resto all'epoca ero professore nei corsi delle 150 ore per lavoratori e, si sa, i professori interrogano..." conclude l'ex leader di Autonomia Operaia.